CAVA DE’ TIRRENI. È stato accompagnato in carcere su ordine del gip al termine dell’udienza di convalida, Carmine Cicalese , diciottenne paganese, accusato formalmente di strage consumata per aver investito alcuni coetanei all’esterno di una discoteca in via XXV luglio a Cava, nella notte di Halloween.
Il giovane, incensurato e studente con profitto, assistito dagli avvocati Carlo De Martino e Antonio Langella , aveva spiegato di essere tornato indietro per difendere il padre, ammettendo la sua presenza sul luogo incriminato: «Ho fatto inversione perché lo avevano aggredito», ha ripetuto il giovane, senza far cenno alle persone investite in alcun modo.
I fatti
In precedenza era scoppiata una rissa all’interno del locale, per questioni legate a rivalità calcistiche tra tifosi di Cavese e Paganese. Poi, all’uscita, il giovanissimo aveva trovato la ruota bucata, telefonando al padre per farsi aiutare: il genitore era arrivato poco dopo. Una volta completata la sostituzione, dopo essersi rimesso in auto, il ragazzo si sarebbe accorto che qualcosa non andava. «Stavano picchiando mio padre», ha spiegato, ammettendo il ritorno sul posto.
Gli accertamenti alcolemici e il drug-test hanno dato esito negativo, ma questo non ha impedito la massima restrizione cautelare, legata alla nuova contestazione di strage consumata: su questa base, il gip ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere, col successivo trasferimento in cella nel pomeriggio, dopo che il giovane era tornato a casa. La sua versione dei fatti non è stata ritenuta convincente: il reato, con lesioni ravvisate per sette persone, di cui una grave, è stato riqualificato in tentata strage, con il conseguente ordine di carcerazione.
Sul posto, la notte dell’episodio, era intervenuta immediatamente la polizia, a bloccare il giovane dopo aver rimesso insieme i dettagli della vicenda. Alle tre di della notte tra l’1 e il 2 novembre, nella discoteca la festa prevista aveva registrato la contesa tra giovani: una discussione iniziale, trascinata all’esterno del locale dopo l’intervento dei “buttafuori”. Qui, dopo che Carmine Cicalese aveva trovato il danno alla macchina, con una ruota bucata e senza quella di scorta, era arrivato suo padre, chiamato per un aiuto nella fase di cambio. L’uomo era arrivato lì con una Fiat 500 e aveva provveduto a sostituire lo pneumatico.
Finito il lavoro, il diciottenne era salito a bordo della vettura del padre allontanandosi, per poi tornare a compiere i fatti divenuti oggetto di contestazione. Il suo racconto reso in fase di interrogatorio non ha fugato i dubbi, aggravando ulteriormente la sua posizione, con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore.