Con il padre della piccola Iolanda fermato alla stazione mentre cercava di scappare (sembra), ora i dubbi si addensano anche sulla madre dopo l’autopsia. E, proprio quest’ultima, nel corso dell’interrogatorio davanti al pm, ha raccontato le presunte sevizie subite dalla neonata per mano del padre.
Iolanda, dubbi anche sulla madre
Arrestato Giuseppe Passariello mentre, sembra, stesse cercando la fuga alla stazione di Nocera Inferiore. Ora anche sulla madre della piccola, Imma Monti, per gli inquirenti iniziano a farsi delle domande. La donna è ufficialmente indagata, ma in stato di libertà, per concorso in omicidio.
I due, già in fase di interrogatorio, avevano dato versioni contrastanti fino ad accusarsi a vicenda. Gli inquirenti sarebbero andati a colpo sicuro a questo punto chiedendo approfondimenti ai medici incaricati dell’autopsia. Da qui i segni dello strangolamento evidenziati sul collo della piccola. Proprio questi accertamenti starebbero deviando l’attenzione sulla madre.
Il racconto choc della madre
Nell’ultimo periodo, ossia da quanto era uscito dalla comunità per tossicodipendenti, l’uomo – secondo la moglie – avrebbe cominciato a dare dei pizzicotti molto forti fino a far piangere la figlia. In altri casi avrebbe fatto strofinare le guance della piccola vicino alle sue con la barba ruvida, facendola anche sanguinare. Non solo. Ma il marito, in diverse occasioni, avrebbe preso le manine e i piedini della bimba e li avrebbe strofinati sui suoi denti fino a farle mancare il fiato dal pianto. E, nonostante i segni delle lesioni, avrebbe continuato a mordere la piccola. La donna avrebbe anche riferito che veniva picchiata ogni qualvolta cercava di impedire i maltrattamenti alla figlia.
“Mio marito voleva un maschio”
In un altra parte del racconto Immacolata Monti ripercorre le fasi della gravidanza e tutto ciò che è successo dopo la nascita della piccola Iolanda, “Vi dico che mio marito – ha spiegato la donna – da quando ha saputo che sarebbe stata una figlia femmina mi ha detto che non sarebbe stata la stessa cosa perché lui era più attaccato al maschio. Infatti quando è nata già in ospedale si limitava a prenderla in braccio poche volte.
Poi, a 4 mesi mio marito ha cominciato a dirmi che non la voleva perché avrebbe voluto un altro maschio. Da lì ha cominciato a darle dei pizzicotti e a dire che non la voleva.. questi pizzicotti erano abbastanza forti tanto che la bambina cominciava subito ad urlare.
Nonostante ciò egli continuava ad utilizzare ancora la forza, la stringeva doveva capire che lui era il padre. Io dicevo a mio marito che doveva smettere, doveva rimanere calmo. Per un po’ ha smesso perché io cominciavo subito ad urlare non appena lo vedevo con la
bambina. Urlavo forte per farmi sentire fuori da casa mia, con la speranza che qualcuno sentisse le mie grida e chiamasse i carabinieri”.
Su questo punto gli investigatori, nella giornata di sabato, hanno ascoltato i vicini di casa della donna e raccolto ulteriori informazioni.
Avendo conferma del racconto della donna sui pianti dei bambini e sulle urla che si sentivano. Purtroppo nessuna ha saputo o voluto raccogliere quel grido di dolore che proveniva dall’appartamento “Mio marito – continua nella racconto Immacolata Monti, 35 anni di Angri – quando mi vedeva uscire uscire mi chiedeva dove andassi, aveva paura che andassi a denunciare per quello che faceva alla bambina e per le percosse che dava a me.
Non voleva che venissero a trovarmi amici o conoscenti. Fino a due mesi fa mia figlia ha goduto di ottima salute. Almeno fino al giugno scorso quando abbiamo portato la bambina al Santobono di Napoli, là non aveva lividi mia figlia era andata a Napoli per un problema agli arti superiori e inferiori, non si reggeva in piedi”.