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La Madonna Nera di Santomenna: il 2 luglio la storica processione

SANTOMENNA. È poco conosciuta la Madonna Nera che si trova nella chiesa madre del comune di Santomenna. Il paese che un tempo fu la città dei vescovi che ha riempito pagine delle diocesi di Campagna e di Conza.

La Madonna delle Grazie custodita gelosamente dai fedeli ed ogni anno, il 2 Luglio, viene portata nelle vie del paese. Un rito che si perde nel tempo, ha origini antiche. La chiesa, eretta nel 1200, è stata distrutta più volte dai numerosi terremoti che si sono susseguiti, ma non ha mai perso la sua struttura. Sulla macerie è sempre stata rieretta.

La processione avviene in maniera molto semplice ma scandita dalle tradizioni un mix di sacro e profano che conserva le tradizioni contadine.

La statua della Madonna delle Grazie la mattina del 2 Luglio viene “vestita”, ossia ricoperta da un antico velo di seta. Il rito è riservato alle donne che con il tempo hanno imparato a cucire sulla seta i gioielli, ex voti che i fedeli donano alla santa.

Fino agli anni’50 era di usanza, fra i contadini, quando il periodo era caratterizzato dalla siccità e i raccolti erano in pericolo, portare la Madonna fuori dalla cinta urbana e, da quanto risulta, molti anziani ancora oggi possono testimoniare che le condizioni del tempo tornavano alla normalità. I contadini portavano la statua fino alla croce di Petrella (una croce di ferro situata su una collina che delinea il confine fra la regione Campania e la Basilicata, punto di incontro fra le tre provincie di Salerno, Avellino, Potenza) ed era una sorta di grazia che i contadini chiedevano con la preghiera e la penitenza perché avvenisse il miracolo della pioggia tanto cercata dai campi ormai arsi dal sole.



Ancora oggi in processione vengono portati “li mzziett” pieni di grano, contenitori con cui un tempo si misuravano (pesavano) i cereali.

C’è una storia che nel periodo della seconda guerra mondiale ha sconvolto la piccola comunità di Santomenna. Una notte l’oro della Madonna fu trafugato, i colpevoli ancora oggi non sono stati individuati.

I più anziani raccontano che loro fu trafugato per ordine del vescovo di Campagna Mons. Palatucci che lo usò per aiutare gli ebrei che si erano rifugiati nel convento.

La verità ancora oggi non è chiara.

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