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Legge Severino, il pm rigetta il ricorso: “De Luca non poteva ricoprire la carica”

«Vincenzo De Luca non poteva ricoprire la carica di presidente». Il pm del Tribunale di Napoli, durante l’udienza di ieri mattina, ha chiesto il rigetto del ricorso presentato da Vincenzo De Luca contro la sospensione dalla carica di presidente, disposta con decreto dell’allora premier Matteo Renzi, in virtù della legge Severino e della condanna in primo grado per l’inchiesta sul project manager del termovalorizzatore di Salerno. Una tesi sostenuta anche dall’avvocatura dello Stato che ieri si è costituita in giudizio.

Così come Oreste Agosto e Stefania Marchese per il Movimento 5 Stelle e Arnaldo Miglino per Sinistra Italiana. Tutte le parti, dunque, hanno chiesto che il ricorso presentato dall’ex sindaco di Salerno (assistito dall’avvocato Lentini) venga respinto.

In pratica il governatore aveva impugnato il decreto di sospensione, avanzando il diritto alla carica di presidente della Regione. Per il pm Valeria Gonzales, De Luca non “aveva diritto alla carica ed il ricorso va respinto” anche alla luce della decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato la legittimità della legge Severino.

Questo è il procedimento del Tribunale di Napoli che, tra l’altro, è finito al centro dell’inchiesta romana che di recente ha portato alla condanna di Nello Mastursi (ex capostaff di Vincenzo De Luca) ed al rinvio a giudizio, tra gli altri, del giudice Scognamiglio e di suo marito per pressioni per ricevere incarichi nella sanità pubblica. La Scognamiglio, in particolare, era stata componente del collegio che applicò la sospensione della sospensiva prevista dalla legge Severino, rimettendo in sella Vincenzo De Luca, in attesa della decisione della Consulta.

Il procedimento è stato riassunto proprio all’indomani della pronuncia della Corte Costituzionale e la conseguente pubblicazione delle motivazioni che hanno messo in salvo la Severino. Ora c’è attesa per la decisione del giudice. Sicuramente è un caso inedito. Vincenzo De Luca sia in appello che in Cassazione è stato poi assolto per il caso termovalorizzatore, ribaltando cosi la sentenza di primo grado, oggetto di applicazione della legge Severino.

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