Come riconoscerla.
L’influenza suina è un’affezione causata dal virus influenzale di tipo A che colpisce il sistema respiratorio dell’uomo, compromettendone lo stato di salute. Deve il suo nome alla capacità di creare delle epidemie influenzali tra i suini, provocandone anche la morte.
Come avviene il contagio?
La trasmissione può avvenire tra suino-uomo, colpendo soprattutto allevatori, veterinari e macellai, e tra uomo-uomo, attraverso goccioline di flugge emesse con tosse e starnuti.
Si rischia l’influenza suina mangiando carne di maiale infetto?
No. Il virus muore con una cottura di 70°- 80° gradi.
Quali sono i sintomi per riconoscerla?
L’influenza suina si presenta con febbre, tosse, raffreddore, stanchezza, perdita d’appetito, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.
Come si fa diagnosi di influenza suina?
Occorrerà raccogliere un tampone nasale o faringeo del soggetto presentante sintomatologie sospette ed esaminarlo in laboratorio.
Come si cura?
I farmaci antivirali in commercio per il trattamento dell’influenza sono: amantadina,
rimantadina, oseltamivir e zanamivir.
Chi sono i soggetti a rischio?
I soggetti a rischio sono bambini ed anziani, in quanto categorie più deboli per l’aspetto immunitario, e pazienti con pregresse patologie che il virus andrebbe a peggiorare, conducendo verso un infausto destino. Per tutti questi soggetti è consigliato il vaccino per prevenzione.
C’è il rischio di epidemia in Italia?
In Italia al momento il 70% dei tamponi nasali o faringei si è mostrato positivo al sottotipo H1N1 del virus A per il quale, già da anni, si conosce la cura, il vaccino e la prognosi. La variante americana H3N2del virus A, che sta provocando preoccupanti ricoveri e morti in America e in nord Europa, non sembrerebbe essere ancora giunta nella nostra penisola. Per cui si invita a vaccinarsi tutti coloro pronti a partire nelle zone a rischio ed a usare tutte le precauzioni, come lavarsi sempre le mani, evitare ambienti sovraffollati e di dubbia igiene, per evitare il contagio.