SALERNO. Liudmyla Patyk, 40enne ucraina, sabato scorso è stata vittima di un tentato abuso sessuale da parte del figlio dei proprietari della stanza ammobiliata di via Generale Gonzaga, all’ombra del Ponte dei Diavoli, nel centro di Salerno, in cui abitava.
Liudmyla pero’, grazie all’aiuto delle onlus “Anerc” e “Per Aspera ad Astra” dei dottori Rosaria Napoli e Giovanni Lombardi, è riuscita a respingere con tutte le sue forze.
E, dopo una notte passata a dormire fuori la stazione, ha deciso di denunciare il suo aguzzino alla questura e di raccontare pubblicamente ciò che le è capitato.
La donna è arrivata qui in Italia, a Salerno, 5 anni fa, in seguito al diabete che l’ha colpita, per trovare cure alla sua malattia che in Ucraina non erano disponibili.
Ed a Salerno la donna è entrata in dialisi cominciando a sperare sperando in un trapianto di reni e pancreas.
Poi, grazie all’aiuto indispensabile delle associazioni “Anerc” e “Per Aspera ad Astra”, il trapianto è stato possibile lo scorso mese di agosto.
Quando, dopo il trapianto, la donna è tornata a Salerno ha subito cominciato a cercare una nuova casa, come la donna stessa ha dichiarato a La Città: “Da quando sono qui ne ho cambiate 16, perché i problemi con i coinquilini per noi stranieri sono sempre all’ordine del giorno.
Ti minacciano, dicendo di farti ritornare al tuo Paese anche solo se cerchi di chiedere il rispetto delle regole.”.
Alla difficoltà già passate si è aggiunta, poi, quella della tentata violenza sessuale.
Malata di diabete subisce molestie sessuali: “Quando è entrato in casa ha scatenato l’inferno”
Secondo quanto raccontato dalla donna infatti: “Il figlio della coppia che abitava lì, avrà 40 anni circa, ha prima cercato di entrare più volte in stanza con modi gentili.
Poi alle 23, dopo 5 ore dal mio ingresso in casa, ha scatenato l’inferno.
Ha aperto la porta della mia camera, si è abbassato i pantaloni e ha tentato di abusare sessualmente di me.
Non riuscendoci ha iniziato a colpirmi proprio tra il rene e il pancreas appena trapiantati.
Ho rischiato di morire.”.
A salvarla è stato l’intervento del padre dell’aggressore che pero’, in seguito al suo intervento, è stato aggredito a sua volta permettendo pero’ alla donna di scappare e passare la notte in piazza Vittorio Veneto, all’esterno della stazione, stringendo tra le mani le medicine per non morire.
Domenica mattina, con la dottoressa Napoli, ha denunciato tutto alla polizia e si è fatta curare dai medici del Ruggi.
La 40enne nata a Vinnycja, 260 chilometri da Kiev, è ripartita così grazie a una macchina della solidarietà che vuole condurla verso un futuro migliore.