Il mare del Cilento pullula di plancton: è quanto scoperto dall’equipaggio scientifico di ONE, un catamarano a vela di 45 piedi con un piccolo laboratorio a bordo e dotato a poppa di pannelli solari per l’autonomia energetica in navigazione come riportato da Il Mattino.
Cilento, mare ricco di plancton: i dati
L’imbarcazione è partita da La Maddalena il 30 aprile e vi farà ritorno il 23 luglio. Nel frattempo, campionerà la costa e le aree protette di Amalfi, Punta Campanella, Capri, Ischia e Procida per poi puntare verso Ventotene. I dati sono ancora in fase di elaborazione ed analisi, ma è già emersa una forte presenza di plancton nelle acque cilentane.
Benedetta Villa, una delle biologhe a bordo che insieme ad Angelica Zanoletti ha fatto dei prelievi a largo di Salerno, ha spiegato: “Il plancton è composto da microrganismi marini, sia vegetali (fitoplancton) che animali (zooplancton), rappresentano il nutrimento di pesci e cetacei ma sono anche bioindicatori delle nostre acque. Non tutti sanno che più della metà dell’ossigeno che respiriamo viene prodotto dal fitoplancton, mentre gli oceani assorbono un terzo dell’anidride carbonica immessa in atmosfera e sono la nostra principale difesa dai cambiamenti climatici. Ecco spiegata l’importanza della missione scientifica di MARE che in dodici settimane e duemila miglia campionerà 22 aree marine protette (quella prevista a Ustica purtroppo era inaccessibile per motivi climatici) e 2 aree di interesse, oltre ad altre zone «per creare delle connessioni tra punti e vederne le variazioni”.
La situazione in Cilento
“A Carloforte in Sardegna abbiamo visto che la quantità di zooplancton è abbondante, buon segnale per il mare. In Sicilia invece un livello assai più basso, mentre nei campionamenti da Camerota a Castellabate il plancton è riaumentato quasi a livello di Carloforte” aggiunge la biologa. A largo di Salerno le retinature sono pure cariche di plancton che osserviamo al microscopio portatile: “Sono visibili sia zooplancton che fitoplancton: copepodi, crostacei molto comuni, e dinoflaggellati, alghe microscopiche”.