Rinviati gli analisi del DNA sui resti del cadavere rinvenuto e l’autopsia per capire se appartenga a Marzia Capezzuti in programma per ieri, secondo quanto riportato nell’edizione odierna del Mattino. Nell’incontro di ieri in Procura la difesa dei Vecchiano, rappresentata dall’avvocato Pierluigi Spadafora, ha chiesto l’incidente probatorio: tutto rinviato tra dieci giorni. “Questa è una storia di indifferenza”, ha commentato l’avvocato Nicodemo che difende la famiglia di Marzia.
Marzia Capezzuti, rinviati autopsia e DNA sui resti
Giallo del cadavere ritrovato in un casolare di Santa Tecla a Pontecagnano Faiano, arriva il colpo di scena. L’avvocato, difensore di Barbara e Vito Vacchiano e di Damiano Noschese, chiede la riserva per l’incidente probatorio così l’autopsia, con tutti gli accertamenti e il DNA sui resti, slittano di altri dieci giorni.
Una questione di diritto che il legale spiega nel merito: “In casi come questo è il cadavere che parla ma questo corpo si trova in uno stato di avanzato stato di decomposizione. Non possiamo basare tutto sulle teorie di consulenti di parte, siano essi della procura, delle difese o delle parti civili, occorre avere un perito super partes, nominato direttamente dal giudice perché, se gli esami dovessero confermare l’identità di Marzia Capezzuti e si dovesse andare a processo, abbiamo necessità di avere dati certi e non ipotesi di parte in quanto altri esami non sarebbero possibili”.
La richiesta al giudice
Nella giornata di oggi sarà inoltrata la richiesta al giudice per le indagini preliminari per l’assegnazione del fascicolo e del relativo incarico. Una decisione che “non è stata presa bene dai genitori che sperano ancora in una scomparsa. La mente li inchioda ad un realismo amara per tutti. È storia di umanità perduta, fa tremare l’idea che questa ragazza, pura ed ingenua, possa essere stata portata al macello come si pensa e si può immaginare. Si poteva evitare, i segnali che potevano portare ad una azione c’erano tutti. E si poteva intervenire: duole il cuore, l’indifferenza ha ucciso più di tutti. Questa richiesta è nel diritto della difesa, dobbiamo aspettare”.
Ma a che punto sono le indagini sulla vicenda? E chi sono tutti gli indagati finora?
Marzia Capezzuti, oggi accertamenti sul corpo trovato a Pontecagnano
Per capire se il corpo ritrovato a Pontecagnano qualche giorno fa è o no quello di Marzia Capezzuti, scomparsa in provincia di Salerno, occorrerà attendere i risultati degli accertamenti tecnici irripetibili.
Prelievo del Dna e autopsia saranno fondamentali per fare chiarezza sull’identità della persona deceduta. In questi giorni il Ris (reparto investigazioni scientifiche) di Roma analizzeranno alcuni materiali sequestrati la scorsa estate.
A che punto sono le indagini e chi sono tutti gli indagati
C’è una novità: gli indagati per omicidio e occultamento di cadavere sono saliti a 7.
Si tratta di M.V, sorella dell’ex fidanzato di Marzia, al compagno D.N, ai figli V.V e A.V, a S.N e agli amici di famiglia. G.M e G. P., invitandoli a nominare dei consulenti tecnici di parte che dovranno assistere sia al prelievo del Dna sia all’autopsia ,che si svolgeranno nella giornata di oggi, lunedì 31 ottobre.
Per la Vacchiano e la sua famiglia i capi di imputazione sono di concorso in maltrattamenti contro familiari con l’aggravante comune, reati commessi dal 2021 fino all’8 marzo 2022 e il sequestro di persona. A Vito Vacchiano viene contestato l’omicidio con circostanze aggravanti e la distruzione ed occultamento di cadavere.
Identici capi di imputazione per gli altri indagati, eccetto che per la ragazza minorenne che risponde soltanto delle prime contestazioni. Riconosciute anche le parti civili, il padre di Marzia, Ciro Capezzuti e la madre Laura Vincitore. Anche loro, come gli indagati, potranno nominare un perito di parte.
Le indagini
Se quel corpo dovesse essere di Marzia la procura di Salerno potrebbe aprire anche un altro fascicolo di indagine per verificare se quella morte poteva essere evitata e verificare se ci siano state omissioni da parte di qualcuno, in particolare di chi avrebbe dovuto tutelare la ragazza o denunciare quanto accadeva in quella casa.