Il caporal maggiore Antonio Attianese, 38enne originario della provincia di Salerno, si è ammalato di tumore dopo due missioni in Afghanistan e ha raccontato la sua storia in Commissione parlamentare sull’inchiesta “uranio impoverito”.
Come racconta Ansa, il 38enne non solo si è ammalato per colpa di queste missioni, in più è stato minacciato dai suoi superiori e non ha avuto sostegno da nessun corpo statale. Attianese si era arruolato negli alpini paracadutisti ed ha partecipato alla missione a Kabul nel settembre 2002 e a Khost nel maggio 2003. Al rientro però è cominciato il suo calvario, infatti trova tracce di sangue nella sua urina e la fatale diagnosi, ovvero un carcinoma alla vescica.
Il caporal maggiore da quel momento ha subito 35 interventi chirurgici, che hanno costretto il 38enne salernitano all’asportazione della vescica e alla chemioterapia sperimentale. La moglie ha accompagnato l’uomo alla conferenza e ha raccontato «I dottori ci hanno detto che ha il 25% di possibilità di sconfiggere il male».
Il 38enne ha continuato «Non ho mai saputo cosa realmente ci fosse e della pericolosità dell’uranio impoverito, quando chiedevamo informazioni a chi di dovere ci dicevano che erano sciocchezze inventate per andare contro il Governo». Attianese prova ad ottenere il rimborso spese sostenute, ma anche quello gli viene negato, e continua dicendo «ho registrato le minacce e le intimidazioni che mi sono arrivate da chi avevo vicino, oltre al danno economico e di salute mi sono reso conto di aver perso anche chi consideravo amico». Ad inizio marzo il caso di Attianese è passato alla cronaca con le telecamere di Striscia la Notizia, dove aveva raccontato la sua storia.