Con l’accusa di omicidio stradale è stata rinviata a giudizio la 47enne che il 19 maggio del 2017 investì, causandone la morte, Maria Rosaria Santese, figlia 19enne dell’imprenditore battipagliese Renato Santese.
La morte di Maria Rosaria Santese
La famiglia Santese è rappresentata dall’avvocato Michele Tedesco. Il rinvio a giudizio è stato disposto ieri dal giudice per le udienze preliminari. La giovane a bordo della sua vespa 125, stava percorrendo via Cupa Filette, quando impattò frontalmente una Tiguan Wolkswagen.
L’accusa di omicidio stradale
Secondo l’impianto accusatorio il decesso della giovane non sarebbe da attribuire all’impatto con il veicolo o alla successiva caduta sull’asfalto. Il cuore della 19enne si sarebbe fermato dopo che la vettura l’avrebbe trascinata per alcuni metri: Maria Rosaria è morta per dissanguamento a seguito dell’amputazione di una gamba. Quel giorno la giovane si stava recando a casa di un’amica dove avrebbe trascorso alcune ore di relax concedendosi un bagno in piscina
I soccorsi
La curva e poi quell’impatto che non ha lasciato scampo alla giovanissima. Il medico legale giunto sul posto non poté far altro che constatare il decesso. Ad allertare i soccorsi fu la donna alla guida della Volkswagen