I Malfattori hanno preferito portare via i gioielli donati dai fedeli come ex voto, un segno di riconoscenza per una grazia ricevuta. Più facile piazzarli nel mercato della ricettazione. Non hanno toccato le croci in oro e in argento, i calici, i dipinti e le altre opere d’arte.
Ladri al Museo diocesano, preso il tesoro di S. Prisco
I ladri hanno scelto di portare via i gioielli donati dai fedeli come ex voto, simboli di gratitudine per una grazia ricevuta, ritenendo più semplice rivenderli nel mercato della ricettazione. Non hanno invece preso le croci in oro e argento, i calici, i dipinti e le altre opere d’arte. Il “tesoro” di San Prisco, composto da anelli, bracciali, collane e pietre preziose, proveniva dalle varie parrocchie della diocesi di Nocera Sarno.
Gli oggetti erano custoditi in alcune vetrine vicino al busto in argento del santo patrono di Nocera Inferiore e nelle altre due stanze del museo. Il furto è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, presso il museo diocesano nel quartiere Vescovado. A rendersi conto del raid è stato il direttore, Salvatore Alfano.
Alle 9:30 circa, quando ha aperto la porta che collega il cortile della curia vescovile alle sale del museo per consentire l’accesso ad alcuni restauratori, ha trovato il pavimento ricoperto di pezzi di vetro, quelli delle teche che ospitavano i preziosi. Ha subito avvertito i carabinieri della stazione del Reparto Territoriale, sotto il comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese.
La ricostruzione dei fatti
Il lavoro degli agenti della scientifica è proseguito per diverse ore. Stando a una prima ricostruzione, i ladri, evidentemente professionisti, sono entrati nell’ex seminario attraverso un ingresso secondario. Si sono diretti verso una porta in ferro, nascosta alla vista dall’interno del museo da un trittico. Nel frattempo, avevano manomesso il sistema di allarme e disattivato le telecamere di sorveglianza. Dopo aver forzato la porta, hanno sfondato il vetro delle teche e si sono dati alla fuga con il bottino.
Le modalità di ingresso e l’intervento sugli impianti di sicurezza fanno supporre che la banda non solo fosse ben preparata, ma avesse una conoscenza approfondita dei luoghi. Non è ancora stata determinata l’entità dei danni. Il direttore del museo e il suo staff sono al lavoro per redigere un inventario degli oggetti rubati. Il furto ha avuto un forte impatto sulla comunità locale, privandola di preziosi oggetti votivi e beni di rilevante valore storico e religioso, custoditi nelle tre sale del museo.
Il museo San Prisco è da anni un punto di riferimento fondamentale per la comunità, non solo per la sua funzione di conservazione del patrimonio culturale e spirituale, ma anche per il ruolo educativo e sociale che riveste. Secondo alcune fonti della curia, questo furto non è solo un attacco a un’istituzione, ma rappresenta un colpo al cuore della diocesi e della sua identità. Il vescovo ha espresso il suo rammarico per l’accaduto.
«Esprimiamo grande dolore- ha dichiarato monsignor Giuseppe Giudice – per questa violazione che danneggia l’intera comunità, minandola nelle radici, in quanto è stato saccheggiato un deposito di storia e memoria, di fede e devozione accresciuto nei secoli. Un danno non esclusivamente economico, ma soprattutto valoriale e identitario. Uno sfregio all’intero territorio, a cui risponderemo rinnovando e continuando a impegnarci a difesa e promozione delle nostre bellezze, della nostra cultura, della nostra storia».