Quanto guadagnano sindaco, assessori e consiglieri comunali di Nocera Superiore? Ecco i redditi del sindaco Giovanni Maria Cuofano , degli assessori e dei consiglieri comunali. I redditi sono stati acquisiti dal sito ufficiale del Comune e dall’amministrazione trasparente.
Quanto guadagnano sindaco, assessori e consiglieri di Nocera Superiore?
Solo alcuni degli attuali amministratori in carica ha pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Nocera Superiore i propri dati reddituali. Ecco i redditi del sindaco Giovanni Maria Cuofano, la giunta ed il consiglio comunale.
Comune di Nocera Superiore: i redditi degli amministratori
- Giovanni Maria Cuofano (sindaco)
- Reddito anno 2018: 21.880 euro
- Maria Giuseppa Vigorito (Assessore – Vice Sindaco)
- Reddito anno 2018: 60.572 euro
- Massimiliano Citarella (assessore)
- Reddito anno 2018: 47.408 euro
- Teobaldo Fortunato (assessore)
- Reddito anno 2018: 48.364 euro
- Andrea Manzi (assessore)
- Reddito anno 2013: 22.138 euro
- Bartolomeo Pagano (assessore)
- Reddito anno 2018: 3891 euro
- Raffaele Satiro (assessore)
- Reddito anno 2017: 6.716 euro
- Maria Stefania Maddalena Riso (assessore)
- Reddito anno 2016: 18.934 euro
- Giuseppe Senatore (assessore)
- Reddito anno 2018: 43.949 euro
- Carmine Paolo Sessa (assessore)
- Reddito anno 2017: 27.097 euro
- Anna Battipaglia (assessore)
- Reddito anno 2018: 322 euro
- Isabella Siani (assessore)
- Reddito anno 2018:
- Beni immobili 2 fabbricati, 1 terreno
- Beni mobili: 1 autovettura
- Andrea Monetti (presidente del consiglio)
- Reddito anno 2019: 136.956 euro
- Carmine Amato ( consigliere)
- Reddito anno 2018: 0 euro
- Beni immobili: 2 fabbricati
- Beni mobili: 3 autoveicoli, 2 motoveicoli
- Annalisa Montalbano (consigliere)
- Reddito anno 2017: zero
- Antonietta Afeltra (consigliere)
- Reddito anno 2018: zero
- Antonio Pagano (consigliere)
- Reddito anno 2014: 3.128 euro
- Enrico Bisogno (consigliere)
- Reddito anno 2019: 65.913 euro
- Rosario Danisi (consigliere)
- Reddito anno 2019: 28.802 euro
- Gennaro di Martino (consigliere)
- Reddito anno 2019: 22.496 euro
- Francesco Scarano (consigliere)
- Reddito anno 2018: non dichiarato
- Giovanni D’Acunzi (consigliere)
- Reddito anno 2019: 92.299 euro
- Giuseppe Fabbricatore (consigliere)
- Reddito anno 2019: 31.631 euro
- Maurizio Lamberti (consigliere)
- Reddito anno 2018: 3371 euro
- Michele Genco (consigliere)
- Reddito anno 2016: 19.714 euro
- Francesco Saverio Minardi (consigliere)
- Reddito anno 2018: 18.488 euro
- Andrea Monetti (consigliere)
- Reddito anno 2019: non dichiarato
- Franco Pagano (consigliere)
- Reddito anno 2019: 11.569 euro
- Gennaro Pagano (consigliere)
- Reddito anno 2019: non dichiarato
- Paolo Carmine Sessa (consigliere)
- Reddito anno 2019: 36.741 euro
- Gaetano Pedone (consigliere)
- Reddito anno 2017: 3709 euro
- Roberto Ciancio (consigliere)
- Reddito anno 2018: 8793 euro
- Roberto Viziola (consigliere) anno 2018:
- Reddito: 105.832 euro
- Giuseppe Salzano (consigliere)
- Reddito anno 2019: 240 euro
- Raffaele Satiro (consigliere)
- Reddito anno 2019: non dichiarato
- Giuseppe Senatore (consigliere)
- Reddito anno 2019: 43.949 euro
- Maria Giuseppa Vigorito (consigliere)
- Reddito anno 2019: non dichiarato
- Annabell Villani (consigliere)
- Reddito anno 2019: zero
- Luigi Villani (consigliere)
- Reddito anno 2016: 91.076 euro
- Rinaldo Villani (consigliere)
- Reddito anno 2019: 7.409 euro
Perché è obbligatorio pubblicare i redditi dei titolari di incarichi politici?
Riferimento normativo:
Rif. normativo Artt. 13 e 14 D. Lgs. n. 33/2013 come modificato dall’art. 13 del d.lgs. n. 97 del 2016
Art. 13 – Obblighi di pubblicazione concernenti l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni
1. Le pubbliche amministrazioni pubblicano e aggiornano le informazioni e i dati concernenti la propria organizzazione, corredati dai documenti anche normativi di riferimento. Sono pubblicati, tra gli altri, i dati relativi:
a) agli organi di indirizzo politico e di amministrazione e gestione, con l’indicazione delle rispettive competenze;Art. 14 – Obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico
1. Con riferimento ai titolari di incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico, di livello statale regionale e locale, le pubbliche amministrazioni pubblicano con riferimento a tutti i propri componenti, i seguenti documenti ed informazioni:
- l’atto di nomina o di proclamazione, con l’indicazione della durata dell’incarico o del mandato elettivo;
- il curriculum;
- i compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;
- i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti;
- gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti;
- le dichiarazioni di cui all’articolo 2, della legge 5 luglio1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge, come modificata dal presente decreto, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano. Viene in ogni caso data evidenza al mancato consenso. Alle informazioni di cui alla presente lettera concernenti soggetti diversi dal titolare dell’organo di indirizzo politico non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 7.
1-bis. Le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati di cui al comma 1 per i titolari di incarichi o cariche di amministrazione, di direzione o di governo comunque denominati, salvo che siano attribuiti a titolo gratuito, e per i titolari di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titolo conferiti, ivi inclusi quelli conferiti discrezionalmente dall’organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione.
2. Le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati cui al comma 1 entro tre mesi dalla elezione o dalla nomina e per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato o dell’incarico dei soggetti, salve le informazioni concernenti la situazione patrimoniale e, ove consentita, la dichiarazione del coniuge non separato e dei parenti entro il secondo grado, che vengono pubblicate fino alla cessazione dell’incarico o del mandato. Decorso il termine di pubblicazione ai sensi del presente comma le informazioni e i dati concernenti la situazione patrimoniale non vengono trasferiti nelle sezioni di archivio.”
Dichiarazione non obbligatoria per i comuni sotto i 15mila abitanti
N.B.: La dichiarazione ex art. 14 c.1, lett. f) D. Lgs. 33/2013 non è dovuta per i componenti degli organi di indirizzo politico nei comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti (Del. ANAC n. 144/2014 e n. 241/2017)
Cosa succede se non si pubblicano i dati? Le sanzioni
L’art 437 del dlgs n. 97 /16 è intervenuto modificato l’art 46 del dlgs 33/2013 precisando che “l’inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente e il rifiuto, il differimento e la limitazione dell’accesso civico, al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 5-bis, costituiscono elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione e sono comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili.
Inoltre l’art. 36 della stessa legge modificando la disciplina dell’art 45 del D. Lgs. n. 33/2013 , attribuisce ad “Anac un potere di ordine al corretto e tempestivo assolvimento degli obblighi di pubblicazione”. Infatti ove l’Auorità rilevi la mancata pubblicazione di atti, documenti e informazioni, ne ordina la relativa pubblicazione entro 30 giorni. Il mancato adempimento costituisce illecito disciplinare. Anac segnala l’inottemperanza all’Ufficio per i procedimenti disciplinari nonché alla Corte dei conti, ove ravvisi anche altri profili di responsabilità.
La mancata pubblicazione di tutti gli incarichi, esterni e interni, nella sezione “Amministrazione Trasparente” dell’Ente, determina l’applicazione delle sanzioni per l’avvenuta erogazione dell’indennità di risultato ai dirigenti responsabili del conferimento degli incarichi. È quanto affermato dalla Corte dei Conti con sentenza n.185/2018, la quale continua affermando che il danno discende «dalla violazione gravemente colposa di un preciso obbligo normativo, vigente all’epoca in cui la condotta è stata posta in essere, cui è conseguita una spesa indebita per l’ente locale».
Per eventuali errori, comunicazioni o segnalazioni, scrivere a direttore@occhionotizie.it