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Omicidio di Ciro D'Onofrio: l'uomo era stato "avvisato"

SALERNO. Ciro D’Onofrio era stato già “avvisato”. Il 35enne di Matierno, ucciso domenica scorsa, è al centro di complesse indagine della Questura di Salerno. Che sta cercando di ricostruire gli ultimi mesi di vita di D’Onofrio.

In particolare, gli inquirenti hanno preso in considerazione anche un episodio del 31 maggio scorso, quando furono esplosi tre colpi di pistola nel quartiere Matierno. Quei proiettili sarebbero stati un “avvertimento” nei confronti di D’Onofrio, ritenuto affiliato del clan Iavarone.

Inoltre, stando a La Città, la Questura sta analizzando il rapporto che la vittima aveva con Gennaro Caracciolo alias “O’ camoscio” e Silvio Franceschelli, i due giovani gambizzati a Matierno tra dicembre e l’aprile scorso.

Il ruolo nel clan Iavarone

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, D’Onofrio non aveva un ruolo apicale nel clan Iavarone, leader nella zona orientale nello spaccio di stupefacenti. Ma, nonostante questo, la sua figura era tenuta da tutti in seria considerazione, visti anche i rapporti di parentela con Ciro Caserta, coinvolto con lui nel blitz antidroga che nel 2003 gli ha fatti entrambi arrestare.

Ecco perché bisognerà capire se D’Onofrio sapeva o in, qualsiasi modo, è stato coinvolto nei ferimenti dei due ragazzi della zona collinare. Una questione assolutamente primaria per la squadra mobile, che proprio su questo aspetto starebbe battendo di più per arrivare a una rapida soluzione del caso.

Se ciò dovesse trovare riscontro nei fatti ecco perché la pista del regolamento di conti, con l’ordine di uccidere partito da Matierno, non sarebbe più soltanto una mera ipotesi investigativa.

I tabulati telefonici

Su questo fronte si passano al setaccio anche i tabulati telefonici delle utenze cellulari di D’Onofrio, Franceschelli e Caracciolo per capire i movimenti dei tre nelle ultime ore precedenti all’omicidio del quartiere Italia. Infine, resta attivo al controllo delle bacheche Facebook dei tre, che sui social erano amici e, dunque, controllavano a vicenda le attività dell’altro.

I funerali

Solo dopo l’autopsia di questa mattina – incarico conferito al medico Giovanni Zotti dal pm Katia Cardillo – la Procura della Repubblica di Salerno libererà la salma per i funerali.

Ancora non è chiaro se le esequie si svolgeranno a Matierno, dove vivono i familiari, o a Sant’Eustachio, dove si era trasferito da pochi mesi.

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