Dopo l’omicidio di Ciro Palmieri a Giffoni Valle Piana, il primogenito del defunto panettiere, chiederà l’affidamento del fratello di 11 anni che ha assistito all’uccisione del padre. L’uomo è stato ucciso dalla moglie Monica Milite e da due figli, Massimiliano Palmieri, 18enne, e il terzogenito 15enne.
Omicidio Ciro Palmieri, chiesto l’affidamento del figlio minore
Il figlio maggiore, che fa il militare a Milano, è tornato nel Salernitano per occuparsi del fratello minore, l’ultimo dei figli della coppia, il bambino di 11 anni che, come si è evinto anche dai filmati che hanno testimoniato l’efferato delitto, ha assistito all’omicidio del padre, accoltellato, poi fatto a pezzi e infine gettato in un dirupo, dove è stato ritrovato. Nei prossimi giorni, il militare potrebbe chiedere l’affidamento del fratello 11enne così da potersi occupare a pieno titolo del bambino, davanti ai cui occhi attoniti, come detto, si è consumato il delitto.
La moglie e il figlio maggiore interrogati, domani l’autopsia
Nella giornata odierna, intanto, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per la moglie di Ciro Palmieri e per Massimiliano, il figlio 20enne, mentre per il 15enne, naturalmente, opera la Procura dei Minori di Salerno. Domani, martedì 23 agosto, invece, sarà effettuata l’autopsia sul corpo del 43enne, che aiuterà gli inquirenti a chiarire con precisione gli elementi mancanti riguardo l’omicidio del panettiere di Giffoni Valle Piana.
Ciro Palmieri era stato denunciato per maltrattamenti 7 anni fa
Sono ancora da chiarire anche i contorni che hanno portato la moglie e i due figli ad uccidere Ciro Palmieri. Durante le indagini, è emerso che sette anni fa, il panettiere 43enne era stato denunciato per maltrattamenti proprio dalla moglie, che secondo la Procura di Salerno ora sarebbe la responsabile del suo assassinio.
Trovate le armi del delitto
Nelle scorse ore, i carabinieri hanno trovato tre coltelli che rappresenterebbero le armi del delitto. Le indagini erano partite a seguito della scomparsa di Ciro Palmieri lo scorso 30 luglio. Era stata sua moglie Monica Milite a denunciarlo i carabinieri. La donna ha raccontato che il 43enne avrebbe detto di voler fare una doccia in giardino, ma una volta uscito era sparito nel nulla con una busta di vestiti da lavoro che aveva chiesto alla moglie di preparare. La denuncia è avvenuta lo scorso 30 luglio, appena 24 ore dopo la scomparsa dell’uomo. Una versione che non ha mai convinto i militari.
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Le immagini delle telecamere e la svolta del caso
Acquisite le immagini di videosorveglianza dell’abitazione, si era da subito notato che nelle ore tra il 29 ed il 30 luglio le immagini erano state già soprascritte. Chiamato un esperto, è stato possibile però recuperare le immagini originali, e là c’è stata la svolta definitiva alle indagini: in queste, infatti, gli inquirenti hanno scoperto prima una lite familiare e poi il successivo sviluppo, con la moglie e i due figli che avrebbero aggredito l’uomo armati di coltelli, il tutto davanti ad un terzo figlio di 11 anni. I tre avrebbero quindi infierito sul corpo, spiegano gli inquirenti, colpendolo anche quando ormai giaceva morto per terra.