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Omicidio Giuseppe Di Giorgio a Battipaglia: chiesto il processo per i 6 autori del delitto

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La DIA

Svolta nell’omicidio di Giuseppe Di Giorgio a Battipaglia: la Procura ha chiesto il processo per i 6 autori del sequestro, delle torture e dell’esecuzione dell’operaio braccato all’uscita della fabbrica nel 1991. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.

Omicidio Giuseppe Di Giorgio a Battipaglia, chiesto il processo per gli indagati

La Procura ha chiesto il processo per i sette indagati dell’omicidio di Giuseppe Di Giorgio. Il delitto risale al 1991, quando l’operaio Di Giorgio fu sequestrato, torturato e ucciso in una vendetta legata alla camorra. I pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia hanno richiesto il rinvio a giudizio per gli autori della lupara bianca.

Gli imputati

Si tratta dei bellizzesi Pasquale Renna, 63 anni, padrino dell’omonimo cartello, Francesco di 69, e Alfonso Pecoraro di 62, fratelli del capo ucciso, per il collaboratore di giustizia olevanese Fedele Schipani di 63, detto Rosario ‘u pasticciere, e gli stabiesi Ferdinando Cesarano di 69, detto Nanduccio ‘e Ponte Persica, boss del clan che porta il suo nome, e Maurizio Procida, 59, detenuti per altri reati. Ora l’ultima parola spetta a Giandomenico D’Agostino, gip del Tribunale di Salerno, che dovrà decidere se consentire o meno l’esercizio dell’azione penale ai pm della Dda Maria Benincasa e Bianca Rinaldi.

Il delitto

L’omicidio di Giuseppe Di Giorgio a Battipaglia è stato uno dei più brutali atti di vendetta legati alla camorra. Di Giorgio, un operaio di 50 anni, fu sequestrato all’uscita dalla fabbrica dove lavorava, torturato e ucciso nel gennaio del 1991.

L’operaio fu rapito e portato in un casolare abbandonato a Olevano sul Tusciano. Qui fu legato a una sedia e sottoposto a torture, tra cui bruciature di sigarette, schiaffi e colpi alla testa e alle ginocchia. Dopo aver perso i sensi, fu trasportato in un campo dove fu seppellito vivo. Gli autori del delitto usarono una corda per strangolarlo e lo colpirono alla testa con un piccone prima di seppellirlo. L’omicidio fu una vendetta per la partecipazione di Di Giorgio all’uccisione del boss Giovanni Pecoraro nel 1988.

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