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Omicidio Marzia, il padre: “Ci sono altre responsabilità”

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La 29enne Marzia Capezzuti

Proseguono le indagini sul caso di Marzia Capezzuti. Intanto il padre della ragazza, Ciro Capezzuti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione tv “Chi l’ha visto?”, spiegando: “Avevo fiducia in Barbara Vacchiano. Quando è scattato il codice rosso e sono stato sentito dai carabinieri di Milano subito dopo ho chiamato quella donna, sono stato al telefono con lei mezz’ora. Ho fatto una cosa per la quale mi porto uno scrupolo dentro”.

Omicidio Marzia Capezzuti, parla il padre

Chissà… forse se non avessi fatto quella telefonata…“. Insomma, secondo il padre della ragazza si poteva fare di più per salvare la figlia. Tramite i suoi avvocati, l’uomo si era opposto alla costituzione di parte civile del Comune di Pontecagnano Faiano e delle altre associazioni come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Il Comune, assieme alle associazioni Spazio Donna, Posto suo e Polis, è stato ammesso dal gup Giovanna Pacifico in costituzione di parte civile. “Il Comune faccia ciò che vuole – ha dichiarato Ciro Capezzuti – Io spero che i magistrati approfondiranno altre posizioni e se ci sono responsabilità che siano pagate. Non voglio additare nessuno, non voglio fare accuse ma resto della mia opinione personale: sono sdegnato, rispetto l’operato dei giudici ma, secondo me, delle altre responsabilità ci sono. Oggi Marzia sarebbe ancora viva se fossero stati fatti opportuni controlli“.

Il padre si riferisce a quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, ovvero l’Ente avrebbe avuto Marzia in carico e la famiglia Vacchiano-Noschese sarebbe stata sotto osservazione. La trasmissione di Rai 3 ha raccontato anche di una volontaria che sarebbe stata ai Servizi sociali a segnalare la situazione vissuta da Marzia, avrebbe avuto garanzie sul fatto che la ragazza fosse seguita ma in quella casa non sarebbe poi andato nessuno a controllare.

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