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Omicidio Marzia Capezzuti, il racconto durante l’udienza: “Tutti avevano paura di parlare”

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Marzia Capezzuti

Le perquisizioni condotte nel giugno 2022 presso l’abitazione della famiglia Vacchiano hanno rappresentato un punto di svolta nelle indagini sull’omicidio di Marzia Capezzuti. Durante l’udienza del processo, il maggiore Graziano Maddalena, ex comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Battipaglia, ha ricostruito per i giudici della Corte d’Assise di Salerno le principali attività investigative avviate dopo la denuncia dell’avvocatessa De Martino presso i carabinieri di Pontecagnano Faiano.

La denuncia era stata presentata dopo che alcune persone, preoccupate per la sorte della giovane, avevano condiviso con la legale confidenze e documentazione, come una chat in cui venivano sollevati dubbi anche sull’operato dei servizi sociali locali come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Omicidio Marzia Capezzuti: “Tutti avevano paura di parlare”

Le prime misure investigative hanno incluso intercettazioni telefoniche a carico della famiglia Vacchiano, sospettata di gravi crimini quali omicidio volontario, occultamento di cadavere, maltrattamenti, sevizie, sequestro di persona e utilizzo indebito del Bancoposta della vittima. Inoltre, fu installato un GPS sull’auto di Damiano Noschese, marito di Mariabarbara Vacchiano, che consentì di monitorare i movimenti dell’uomo e verificare prelievi della pensione di invalidità della giovane anche dopo la sua scomparsa.

Le perquisizioni hanno evidenziato l’assenza di tracce di Marzia Capezzuti nell’abitazione, portando i carabinieri a ipotizzare che fosse già deceduta. Dalle conversazioni intercettate durante questa fase emerse la preoccupazione della famiglia Vacchiano di essere arrestata. Un particolare significativo fu la raccomandazione di Mariabarbara Vacchiano ai familiari di prendersi cura del figlio in caso di problemi legali. Parallelamente, la raccolta di testimonianze dai vicini contribuì a ricostruire l’ultima presenza di Marzia presso la famiglia, risalente a febbraio-marzo 2022.

La svolta arrivò il 14 giugno 2022, quando un uomo denunciò di aver ricevuto confidenze da un’amica della Vacchiano, che gli aveva mostrato una foto di Marzia con il volto tumefatto. Successivamente, altre testimonianze hanno iniziato a emergere, inclusa quella di Annamaria Vacchiano, figlia di Mariabarbara, che raccontò agli inquirenti di aver assistito a maltrattamenti nei confronti della vittima. Il corpo senza vita di Marzia fu infine ritrovato il 25 ottobre 2022 in un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano.

Il processo, in corso presso la Corte d’Assise di Salerno, vede imputati Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, difesi dagli avvocati Luigi Capaldo e Giuseppe Russo. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Nicodemo Gentile, Carmela Landi e Rosanna Carpentieri, che agiscono anche per conto di associazioni contro la violenza sulle donne. Le testimonianze raccolte nel corso delle indagini saranno decisive per chiarire la dinamica dei fatti e accertare le responsabilità.

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