Nuove scioccanti dichiarazioni sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo. Le dichiarazioni sono state estrapolate da un verbale datato 11 novembre. Romolo Ridosso è stato ascoltato in carcere a Modena dal Giudice per le Indagini Preliminari quattro giorni dopo il suo arresto insieme agli altri tre accusati.
Omicidio Vassallo, il verbale esclusivo: “Ucciso perché era entrato troppo nei fatti nostri
Giuseppe Cipriano ha orchestrato, assieme al brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, l’assassinio del sindaco pescatore Angelo Vassallo a causa di un furto commesso da un collaboratore dell’imprenditore del settore cinematografico. Noto come G. S., che Vassallo aveva scoperto. Un ulteriore motivo dell’omicidio risiedeva nel “non assegnare i lavori al cugino” di Cipriano, che riguardavano la pavimentazione del porto di Acciaroli e che, nelle sue intenzioni, dovevano andare a Raffaele Maurelli, deceduto, uno dei coinvolti nel crimine. Si aggiungeva anche il fatto che Vassallo “era entrato troppo nei nostri fatti”.
Questi sono i nuovi motivi che emergono per l’omicidio del sindaco di Pollica, avvenuto il 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola, secondo le ultime dichiarazioni del collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, uno dei quattro arrestati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno per questo reato. Le informazioni sono contenute in un verbale datato 11 novembre. Ridosso è stato ascoltato in carcere a Modena dal Giudice per le Indagini Preliminari quattro giorni dopo il suo arresto insieme agli altri tre accusati. Cipriano, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex brigadiere, nonché suo stretto collaboratore alla Caserma di Castello di Cisterna, Lazzaro Cioffi. Il verbale, redatto a mano con una calligrafia in alcuni tratti poco leggibile, non menziona mai Cagnazzo, ed è stato depositato agli atti del Riesame previsto per il 25 novembre, disponibile per le parti coinvolte.
Con questo rapporto riemergono motivazioni diverse rispetto a quelle legate al traffico di stupefacenti presso il porto di Acciaroli, controllato da Cipriano e Maurelli in collaborazione con agenti corrotti, una situazione che Vassallo scoprì il 20 agosto 2010 e non riuscì a riportare al pubblico ministero di Vallo di Lucania. Eppure Ridosso a distanza di tre anni ripete tre volte che fu “il furto” la ragione dell’uccisione di Vassallo.
Le dichiarazioni di Ridosso
“Ho saputo dell’omicidio dalla tv” dice Ridosso. Sulla droga è vago “Io conoscevo il traffico che c’era lì, me lo aveva già detto Cipriano… del traffico lo sapevo ma da altre persone… ricordo vagamente che il sindaco non voleva continuassero a stare lì (Cipriano e il suo gruppo, ndr), ma (Cipriano, ndr) non mi ha specificato per la droga”. Le ragioni dell’omicidio: “Mi ha spiegato qualche sera prima di Natale… io ero con la mia ex compagna A. M. e lui solo con me mi ha spiegato che il suo collaboratore G. S. aveva fatto un furto nella proprietà di Vassallo e lui lo aveva saputo…. mi spiegò il motivo dell’omicidio, il furto, il mancato conferimento dei lavori al cugino…”.
Ridosso racconta anche delle minacce che avrebbe ricevuto da Cipriano e Cioffi dopo l’omicidio. “Mi dissero che non dovevo dire nulla che ero stato lì ad Acciaroli, che si sarebbero visti tutto loro… gli chiesi di non mettermi in mezzo, che non c’entravo nulla… mi hanno minacciato, Cipriano e Cioffi, che ammazzavano tutti i miei familiari… temo ancora per la loro vita”.
Ridosso dice anche “ho ancora paura per l’incolumità dei miei familiari“. Il collaborante aggiunge: “ (Cipriano, ndr) Mi aveva chiesto già un killer, se questi di Acerra erano disponibili… mi aveva chiesto di un killer tempo prima”, esce fuori il nome di una persona che era già morta. E precisa la famosa frase uscita sui giornali il giorno degli arresti, “si sono fatti il sindaco pescatore”, che la compagna di Ridosso avrebbe ascoltato. “Ho detto ‘si sono fatti’ non riferito a me, non mi sarei mai accusato di un omicidio”.