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Operaio morto per la caduta dal tetto: l’amico indagato per omicidio colposo

Per la morte del 64enne dipendente della Nocera Multiservizi, Antonio Cerrato, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il titolare del capannone di via Prisco Palumbo. Lo rivela Il Mattino.
L’uomo, di 58 anni e anch’egli dipendente della società comunale, è accusato di omicidio colposo.

Un atto dovuto, quello del sostituto procuratore Roberto Lenza, per permettere di indagare ad ampio raggio e ricostruire la dinamica della morte del 64enne.

L’uomo, amico stretto oltre che collega della stessa azienda dove lavorava Cerrato, è assistito dall’avvocato Giovanna Fasanino.

La vicenda

I due avevano finito di lavorare due giorni fa, intorno alle 16.30. L’amico, che aveva quel capannone nelle sue disponibilità, stava effettuando da tempo dei lavori di ristrutturazione. Anni fa, in quel complesso venivano costruite le balestre per i camion. Poi l’attività fallì e il locale finì in disuso.

Sulla via del ritorno Cerrato avrebbe voluto dare un’occhiata a quei lavori, incuriosito. Anche spinto dalla richiesta dell’amico. Una volta dentro, il 64enne sarebbe salito su un carrello elevatore e poi su di un muro, grazie alla spinta del muletto.

Poi si sarebbe arrampicato sul tetto in lamiere, che copriva il capannone. L’amico avrebbe dovuto anch’egli dare una mano, in tal senso. Il motivo della sostituzione di quelle lamiere era dovuto a delle infiltrazioni d’acqua. Cerrato aveva poi poggiato i piedi su una lastra di plexiglass, che sotto il suo peso avrebbe ceduto, facendogli fare un volo di circa sei metri.

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