Scacco matto agli «zingari» del clan Marotta. Dodici persone finiscono dietro le sbarre del carcere mentre per altre cinque il gip Sergio Marotta del tribunale di Vallo della Lucania ha disposto l’obbligo di dimora. Dei diciassette arrestati, otto sono donne e quasi tutte avrebbero avuto un ruolo determinante nella commissione dei reati.
Gravi le accuse: associazione a delinquere finalizzata all’usura, alla ricettazione e al furto con destrezza su tutto il territorio nazionale.
Già nel 2012 i finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, nell’ambito dell’operazione Golden hand sequestrarono in via preventiva ai Marotta beni del valore di circa 14 milioni di euro perché ritenuti soggetti pericolosi che conducevano un tenore di vita molto elevato rispetto ai redditi dichiarati.
In quel contesto fu il tribunale di Salerno a disporre per loro l’applicazione delle misure personali e patrimoniali ma, nonostante tutto, il gruppo ha continuato ad operare. È quanto dimostrato dall’operazione messa a segno ieri, che parte da una indagine sull’usura da parte dei militari del Gico, agli ordini del tenente colonnello Gabriele Di Guglielmo.
Durante i controlli i finanzieri hanno potuto verificare l’esistenza di due diverse organizzazioni una dedita all’usura con interessi anche del 100% e l’altra alla commissione di reati predatori e alla ricettazione di oggetti rubati nelle gioiellerie di tuta Italia. Nel corso elle indagini, difatti, alcuni indagati erano anche stati arrestati a Battipaglia per un furto commesso a Grosseto a maggio del 2014.