Morì a causa di una trasfusione sbagliata: l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona è stato condannato ad un maxi risarcimento di un milione e 200mila euro.
Morì per una trasfusione sbagliata, ospedale Ruggi condannato a maxi risarcimento
Maxi risarcimento per i familiari di Gerardo Fasolino 75enne pensionato, il quale morì nel 2009 a causa dello scambio di una sacca di sangue necessaria per un intervento chirurgico all’anca ma incompatibile con quella del paziente.
I fatti
Gerardo Fasolino, originario di Camerota, venne ricoverato al Ruggi per una banale operazione di protesi all’anca. Negli stessi giorni, nello stesso ospedale, ma in un reparto diverso, era ricoverato anche un altro Fasolino, Matteo, originario invece di Castel San Giorgio. I due pazienti avevano un gruppo sanguigno diverso. Come hanno appurato i legali difensori del Fasolino deceduto, lo studio legale Maiorino&Sessa di Nocera Superiore, alla vittima, Gerardo Fasolino, fu somministrata una sacca di plasma destinata all’altro Fasolino, anche lui con il bisogno di una trasfusione. È chiaro che in quell’occasione vi fu un problema rispetto ai protocolli seguiti. Un problema che però avrebbe provocato la morte di Gerardo Fasolino e che solo grazie alla prontezza dei medici, che capirono immediatamente il problema, si riuscì ad evitare la seconda tragedia impedendo la trasfusione al secondo paziente al quale era destinata la sacca della prima vittima. E così ebbe inizio la lunga battaglia giudiziaria nel 2011, della famiglia Fasolino contro contro l’Azienda Ospedaliera «San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona».