Tra gli accusati ci sono alcuni membri di spicco del clan “Fezza-De Vivo” di Pagani, alleato con il clan di Rosario Giugliano, attualmente collaboratore di giustizia.
Pagani, estorsioni, armi e droga in mano al clan, nei guai 29 persone
Un gruppo di 29 persone rischia il processo per una serie di reati legati al clan di Pagani, accusato di estorsioni, traffico di armi, pestaggi e spaccio di droga. A seguito di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della DDA Antimafia di Salerno. L’indagine bis sul clan paganese, che ha portato a oltre 20 misure cautelari a giugno scorso, ha rivelato un quadro di crimine organizzato. Tra gli imputati figurano figure di spicco del clan “Fezza-De Vivo” di Pagani, alleato con il clan di Rosario Giugliano, oggi collaboratore di giustizia.
Le accuse comprendono associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione e spaccio di droghe, estorsione, rapina, ricettazione e porto illegale di armi, tutti aggravati dall’utilizzo di modalità mafiose. In particolare, agli imputati vengono contestati 8 episodi di estorsione, con vittime tra cui aziende nel settore conserviero, logistico e delle pompe funebri. Inoltre, viene loro attribuita la detenzione illegale di armi da fuoco usate in incontri di camorra. Inoltre il traffico di sostanze stupefacenti e la partecipazione a un’associazione camorristica di tipo mafioso.
Secondo una recente sentenza del Tribunale di Nocera Inferiore, il clan di Pagani avrebbe stretto un’alleanza con Rosario Giugliano, perseguendo obiettivi criminali comuni. Questi includevano lo spaccio di grandi quantità di droga e il controllo del territorio tramite estorsioni a danno di imprenditori e commercianti. Nonché l’infiltrazione nell’economia locale. Questa attività, sempre secondo le accuse, sarebbe stata facilitata dall’appoggio di alcuni imprenditori che fungevano da intermediari per le estorsioni. Costringendo altri imprenditori concorrenti a pagare fino a 5000 euro al mese al clan.