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Palazzo Santoro di Salerno, processo per Zampino e i tecnici

SALERNO. Quelle discordanze grafiche nel progetto di restauro del palazzo Santoro, edificio di interesse storico di corso Garibaldi, non furono delle sviste o meri errori materiali.

Il gip Maria Zambrano ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura ed ha chiesto l’imputazione coatta per l’ex soprintendenze di Salerno, Giuseppe Zampino, un funzionario dello stesso ente, Giovanni Villani, e i progettisti Giuseppe Carluccio e Arianna De Luzio.

Il giudice ha ordinato al pm di procedere con l’imputazione per i reati abuso d’ufficio e falso ideologico.
Con l’approvazione del progetto e l’avvio dei lavori, il gip ritiene che sarebbe aumentato il valore di mercato dei singoli appartamenti.

Le presunte irregolarità, riscontrate in fase di indagine preliminare, sono in due grafici al centro dell’inchiesta: i rilievi architettonici e la mappatura del degrado del palazzo dai prospetti di corso Garibaldi e del lungomare.
Il perito dell’accusa, Aldo Aveta, docente ordinario di restauro architettonico, ha riscontrato delle discordanze tra la situazione di fatto e quella rappresentata nel progetto.

Il consulente del pm ha fatto presente una falsa rappresentazione della falda del tetto e, in un altro grafico, ha rilevato un innalzamento di 42 centimetri della linea di gronda rispetto a quella originaria.

(Fonte: La Città)

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