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Parla l’autista del bus che ha ucciso Francesca: «Giuro che non l’ho vista»

FISCIANO. «Giuro che non l’ho vista». È la frase che ripete disperatamente da lunedì Pietro Bottiglieri, l’autista del bus Sita che ha investito e ucciso Francesca. L’uomo, 61 anni, è distrutto dal dolore e dal giorno di quel tragico incidente non fa altro che ripetere la stessa frase: «Non l’ho vista». Ironia della sorte, il nonno della giovane 23enne è anch’esso un autista della Sita. Al quotidiano Il Mattino, un parente della studentessa racconta l’agonia e la disperazione dell’autista che porta sulla coscienza un peso troppo grande: la morte di una ragazza. «È un uomo sconvolto dal dolore, distrutto. Avrà fumato tre pacchetti (di sigarette ndr) da 20 in un’ora», racconta il parente di Francesca Bilotti. Dopo gli esami, a cui l’autista si sarebbe sottoposto volontariamente, pare che il 61enne si sarebbe recato a Giffoni per incontrare la famiglia della studentessa.«Arrivato in centro non ce l’ha fatta ed è andato via, racconta il collega che lo descrive come un autista esperto, sempre attento, tanto da non aver mai provocato incidenti o problemi. Eppure le immagini delle telecamere di videosorveglianza parlano chiaro: potrebbe esserci stato un errore umano, forse una distrazione. Pochi minuti. Ma tanto è bastato per scatenare una tragedia.
«Lui ha capito cos’era successo solo nel momento in cui il pullman è sobbalzato curvandosi sul fianco sinistro perché sotto c’era il corpo di Francesca. Il trambusto degli studenti – molti dei quali erano anche in piedi, rendendo difficile se non nulla la visuale negli specchietti retrovisori – e i rumori del mezzo hanno sovrastato ogni possibile urlo o lamento della studentessa 23enne», ha dichiarato il direttore della Sita Sud, Simone Spinosa, come riporta Il Mattino.
«Non ci sono parole, conoscevo benissimo il papà della ragazza, che è socio della Cotrac di cui sono presidente e conoscevo bene anche il nonno paterno, che era stato a suo tempo autista della Sita. E poi –sono addolorato soprattutto perché anche io, come i genitori di Francesca, ho dei figli che studiano all’università di Fisciano e questa cosa non sarebbe dovuta accadere», ha detto ancora Spinosa.
Intanto, sarebbero già arrivate diverse denunce da parte di studenti universitari sull’inadeguatezza del terminal e il rettore Aurelio Tommasetti avrebbe in mente un piano per cambiare l’attuale gestione del terminal dell’ateneo anche se per il momento tutto tace, come giusto che sia. Il direttore della Sita Sud, invece, avrebbe già inviato una mail al rettore dell’università e al responsabile della logistica per chiedere un incontro durante il quale discutere delle possibili soluzioni ma, come dichiara Spinosa « non c’è stato neanche il tempo materiale e quella mail, forse, non l’avevano ancora neanche letta».
Continuano, intanto, le indagini della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore che sta seguendo le indagini sulla morte di Francesca Bilotti per accertare un’eventuale errore umano da parte dell’autista della Sita Sud.

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