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Passano al Comune terreni e immobili confiscati a Cioffi

EBOLI. Il commissario prefettizio decide di ad acquisire un bene sequestrato alla criminalità organizzata ed intestato a Giovanni Adinolfi. Un terreno di circa 6mila metri quadri in località Cioffi sul quale insiste anche un’azienda agricola, entreranno di diritto nel patrimonio del Comune. Nei giorni scorsi, infatti, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha inviato al Comune la comunicazione ufficiale dell’avvenuta confisca degli immobili, con relativa richiesta di manifestazione d’interesse da parte dell’Ente all’utilizzo per finalità pubbliche.

Il commissario, Vincenza Filippi, come prevede la normativa in materia, ottenuto il placet del settore finanze ha immediatamente deliberato la disponibilità dell’Ente ad acquisire il bene confiscato.

Una corsa contro il tempo per la commissaria: a concorrere all’attribuzione del bene, infatti, erano, oltre al Comune, anche la Provincia e la Regione. Un’azienda agricola del valore di centinaia di migliaia di euro che, come previsto dalla legge, sarà destinata ad attività sociale. Un’esperienza non nuova per il territorio ebolitano che in provincia di Salerno, seconda solo a Sarno, detiene il primato di beni confiscati alla camorra e già in gestione ad associazioni per scopi sociali.

Sono nove le strutture sottratte alla criminalità e già affidate ad associazioni per scopi sociali di integrazione e recupero. Stesse finalità che la commissaria Filippi ha introdotte nella delibera di acquisizione dell’azienda agricola a Cioffi. Una volta acquisito il bene il Comune provvederà ad emanare una gara pubblica di affidamento per individuare l’associazione che dovrà realizzare un progetto di Orto Sociale.

Prosegue dunque l’attività di assegnazione dei beni confiscati ai clan che negli anni ’90 spadroneggiavano nella Piana. Tra quelli più noti ci sono i Procida e Maiale che con l’attività di usura e collegamenti con la criminalità dell’Agro e dell’Avellinese hanno controllato il territorio gestendo i loro affari illeciti. Un capitolo della storia ebolitana che si è chiuso con gli arresti ma soprattutto con la confisca dei beni trasformati in centri di accoglienza, come a Villa Falcone e Borsellino, centri di ascolto e una volta acquisita l’Azienda Adinolfi, con l’orto Sociale a Cioffi.

(Fonte: lacittadisalerno)

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