Oggi sono esattamente 40 anni da quando, Peppino Impastato giornalista, attivista nonché membro di Democrazia Proletaria è stato ucciso da Cosa Nostra. Era il 9 maggio 1978, sembra essere passata una vita, ma in realtà cosa è cambiato? Oggi, nella stessa terra di Peppino, due degli ultimi quattro presidenti della Regione Sicilia sono stati arrestati o indagati per mafia.
Peppino Impastato è morto: ma la colpa è degli italiani
Il problema principale è che queste persone non sono arrivate lì a caso, bensì sono state elette regolarmente dal proprio popolo. In Sicilia sono nati tanti movimenti antimafia. In Sicilia i ragazzi e le ragazze di oggi sanno che la mafia, citando lo stesso Impastato: “È una montagna di merda”.
Con un potere sociale e politica molto rilevante e da combattere ed arginare.
In Sicilia, come nel resto d’Italia purtroppo, esiste ancora chi crede che farsi “i fatti propri” sia essenziale, finché non disturbano i miei interessi posso vivere la mia vita in tranquillità e agiatezza, tanto noi comuni mortali abbiamo già tanti di quei problemi, perché immischiarci in cose più grandi di noi. Magari è proprio questo il nostro errore, sarebbe bello poter ripartire dai giovani, da chi ad oggi non crede nelle istituzioni, nella politica e nella magistratura.
Ripartire da chi ama questo paese ma odia come la prepotenza e l’ostentazione vincano sempre sull’umiltà e il lavoro duro.
Sono cambiate tante cose in 40 anni ma non cambierà ancora niente fin quando i primi a voltare pagina, seriamente, e a cambiare non saremo tutti noi.