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Piero De Luca indagato, l’ex sindaco: «Sono fatti suoi, li affronterà e li risolverà»

SALERNO. «Sono fatti suoi, li affronterà e li risolverà». Così l’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ha commentato la vicenda che riguarda il figlio, Piero, indagato per bancarotta fraudolenta nella vicenda del fallimento della società Ifil.

L’ex primo cittadino di Salerno, in vista delle elezioni Regionali, trascorre alcuni giorni a Napoli, dove sembra benvoluto dai cittadini che lo chiamano “O’sindaco”, onore tributato solo ad Antonio Bassolino. Ma De Luca sembra essere intenzionato a non commettere gli stessi errori della scorsa campagna elettorale, e dunque opta per la candidatura con tre liste radicate.

«Non faremo nessun accordo con notabili o pezzi di partito. Altra cosa è aprirsi al mondo cattolico, delle professioni, del volontariato», ha dichiarato De Luca. Il rischio che le liste diventino un refugium peccatorum è dietro l’angolo, come quello che la lista democratica sia per pochi intimi. «Mai la lista del Pd può essere fatta su misura di pochi figli di. Su questo punto saremo irremovibili», diventa di nuovo perentorio. Come sulle liste pulite. «Chi è rinviato a giudizio per peculato non dovrebbe essere candidato. Per fortuna il codice etico del Pd è più saggio della Severino». Ma a tutt’oggi l’ex sindaco viaggia in solitaria. Ad esclusione di Verdi e Socialisti, gli alleati latitano. «Sel alla fine verrà con noi». Non più tardi di sabato scorso Nichi Vendola ha detto: «Mai con De Luca». Tranquillo: «Ci stiamo lavorando».

Il partito

Sicuro che i ministri verranno a fare campagna elettorale? Sicuro che verrà Renzi? «Ci saranno, lunedì sarò già con Graziano Delrio ad una iniziativa istituzionale dell’Università di Salerno. Ma, in ogni caso, il candidato sono io, quindi». Quindi prendere o lasciare, pure questo è vero. La campagna elettorale sarà, stavolta, molto napolicentrica. «D’altronde Caldoro cosa ha fatto per Napoli? Io non avrei mai tollerato un declassamento del porto di Napoli da parte del ministro Lupi su cui c’è stato un silenzio generale. Non avrei mai tollerato di perdere i fondi europei. Salverò Napoli come ho salvato Salerno». Ma la Regione non è il Comune. E neanche la somma fa sempre il totale. «Se c’è una cosa che le primarie hanno dimostrato è che esiste un voto di opinione, libero in questa regione. Tocca a noi radicarlo».

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Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno

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