Lacrime e applausi all’arrivo della bara che conteneva il corpo della povera Marzia Capezzuti, la giovane badante uccisa a Pontecagnano Faiano dopo essere brutalmente torturata. I funerali si sono svolti presso la chiesa di Santa Lucia a Quarto Oggiaro. Il padre: “Ora guardaci da lassù”.
Dolore ai funerali di Marzia Capezzuti, la badante uccisa a Pontecagnano Faiano
La bara bianca di Marzia è stata accolta tra applausi e lacrime: presenti all’ultimo saluto i familiari della vittima, con il padre che è tornato a chiedere giustizia per la figlia, ma anche l’assessore Roberta D’Amico in rappresentanza del Comune della Piana del Sele.
“Grazie per essere stata un dono prezioso, probabilmente dal paradiso hai già perdonato i tuoi maledetti aguzzini. Ora guardaci da lassù”, ha aggiunto il padre di Marzia, “e fai in modo che questo nostro dolore non sia sempre così profondo”. Toccante anche l’omelia del parroco don Giovanni Salatino, che ha detto come “al sangue di Marzia, fa eco il sangue di tutte le donne perseguitate e uccise. Oggi il sangue di Marzia grida”, per poi aggiungere che i responsabili della sua morte non vanno considerati come mostri: “Al contrario, sono persone come noi. Sarebbe troppo facile definirle diverse”.
Gli indagati nel processo
Nel processo per l’omicidio ci sono tre indagati, tutti appartenenti ad un unico nucleo familiare con il quale Marzia viveva: si tratta di Barbara Vacchiano, il marito Damiano Noschese ed il figlio minore della coppia. Per quest’ultimo, già in carcere a Nisida, disposto nelle scorse settimane il rinvio a giudizio.
Dalle perizie sul corpo di Marzia Capezzuti, è emerso che la morte sarebbe avvenuta per strangolamento, ma i periti hanno riscontrato anche torture che risalirebbero a diversi mesi prima dell’omicidio. La giovane era scomparsa da Pontecagnano l’8 marzo dello scorso anno: il suo corpo è stato ritrovato mesi dopo, il 25 ottobre 2022, all’interno di un casolare a Montecorvino Pugliano.