REGGIO EMILIA. Vincenzo Iaquinta, ex attaccante della Juventus e della Nazionale, nonché campione del mondo, è stato condannato a due anni nel processo contro la ‘ndrangheta al nord. Il maxi processo Aemilia ha visto oggi la condanna sia dell’attaccante che di suo padre.
Processo Aemilia: l’ex attaccante Vincenzo Iaquinta condannato a 2 anni
È stata definita un’udienza storica. L’ex attaccante Vincenzo Iaquinta è stato condannato a 2 anni. Era uno degli imputati del processo Aemilia, relativo ai “tentacoli” della ndrangheta estesi fino al nord Italia.
La lettura della sentenza di primo grado del maxi processo è iniziata intorno alle 13, a causa del guasto al sistema di videoconferenza, che collega l’aula ai carceri italiani e ai siti riservati che ospitano i collaboratori di giustizia e alcuni degli imputati detenuti.
Il processo
Il processo vede 148 imputati, a 34 dei quali viene contestata l’associazione mafiosa. Per gli altri 24 imputati si sono aggiunti altri reati (secondo l’accusa effettuati anche mentre erano già in carcere dopo gli arresti del 28 gennaio 2018) che vengono giudicati.
I giudici dunque hanno deciso una pena di 2 anni per Vincenzo Iaquinta: l’ex giocatore della Nazionale e della Juventus era infatti accusato di reati legati al possesso di armi, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa. Per lui il pm aveva chiesto una condanna di 6 anni.
Ben più severa invece la pena per il padre, Giuseppe Iaquinta, condannato a 19 anni di cella. Padre e figlio, presenti durante la lettura del dispositivo, hanno lasciato l’aula urlando: “Vergogna, ridicoli“.