Processo Sarastra a Scafati: il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso ha parlato dei presunti rapporti con Aliberti. Ha dichiarato di aver cercato voti per Monica Paolino.
Scafati: “cercai i voti per la Paolino”, parla Ridosso
Il collaboratore Romolo Ridosso ha lasciato la sua deposizione durante l’ultima udienza del processo Sarastra, dove gli inquirenti indagano su presunti patti stretti tra la camorra di Scafati, composta dal clan oreto-Mare, e l’ex sindaco Pasquale Aliberti in occasione delle elezioni comunali del 2013 e quelle regionali 2015.
Durante la sua testimonianza, Ridosso ha dichiarato “Andai fuori Scafati per chiedere voti per Monica Paolino, ma non era un impegno preciso. Girai concessionarie a Gragnano, a Marcianise, avevo dei bigliettini in macchina per degli amici. Non feci controlli per sapere come fosse andata, perché mi arrestarono. Non me ne interessai più, ero molto scosso e frastornato”. A riportare la notizia è il quotidiano “Il Mattino”.
I rapporti con il fratello di Aliberti
Per quanto riguarda i rapporti con il fratello dell’ex primo cittadino, il collaboratore di giustizia ha risposto in diverse occasioni di non ricordare molti particolari. Dopo Ridosso, è stata la volta Saverio Tammaro, il quale è stato chiamato a rispondere in merito al suo rapporto con il clan Loreto-Ridosso:«Li ho conosciuti per fatti delinquenziali – ha detto – era Salvatore Ridosso a comandare, io però mi occupavo della droga. Ognuno faceva le sue cose.
Ricordo che facemmo qualche estorsione assieme. Romolo, il fratello maggiore, so che faceva altro. Non abbiamo mai parlato di politica. Ricordo solo che ebbi un problema con un ingegnere del comune per una licenza, andammo al suo studio nel 2000 o 2001 e lo minacciammo, ma mai abbiamo affrontato l’argomento politica. So che i Ridosso volevano avvicinarsi ad ambienti del Comune».