Il tanto discusso centro di accoglienza di Ogliastro Cilento è entrato in funzione domenica scorsa, in occasione dell’arrivo di alcuni profughi che sono stati brevemente ospitati nella nuova struttura. Come è andata davvero? Come funziona il centro di accoglienza?
Profughi: questi sconosciuti
I dieci profughi, per la precisione 3 somali e 7 palestinesi, sono arrivati nella serata di domenica 18 gennaio, dopo essere sbarcati nel porto di Agrigento, dove sono stati condotti dai militari della nuova operazione europea Triton, che li hanno recuperati dopo la traversata del Mediterraneo.
Come richiesto dal consorzio gestore del centro, che è venuto incontro alle richieste avanzate dal sindaco del paese, fattosi portavoce dei cittadini allarmati, la Prefettura ha affidato alle cure del centro dieci persone, nuclei familiari con bambini a carico, che nel centro hanno trovato ristoro per una notte in attesa di proseguire il loro viaggio.
Si tratta di persone che dietro di sé hanno storie da raccontare: storie di normale vita quotidiana (tra i profughi ricoverati ad Ogliastro vi erano medici e ingegneri) e storie di guerra. Persone che fanno fagotto delle proprie cose e dei propri risparmi e partono per un lungo viaggio in cerca di una vita migliore, anche se lontano dal proprio Paese d’origine.
Procedure di identificazione
Il giorno dopo l’arrivo ad Ogliastro, come previsto dalla nuova normativa in materia entrata in vigore dopo il via della nuova operazione Triton, i carabinieri della stazione locale e gli uomini della Scientifica sono accorsi per provvedere alle procedure di identificazione e di prelevamento dell impronte digitali, dopo le quali i migranti possono richiedere asilo in Italia. L’identificazione degli immigrati che entrano nel nostro paese in maniera irregolare è compito delle Questure, non dei centri di prima accoglienza: questi infatti hanno il solo obiettivo di offrire un primo soccorso e un riparo temporaneo ai profughi intanto che le procedure per il permesso di soggiorno e il riconoscimento dello status di rifugiato vengano portate a termine.
Tre delle dieci persone ospitate ad Ogliastro, però, non hanno voluto farsi identificare e hanno deciso di allontanarsi per conto proprio; decisione del tutto legittima, dal momento che queste persone non si trovano in stato di detenzione e sono libere di circolare sul territorio italiano, salvo essere, se non identificati, in buona sostanza immigrati irregolari. Tuttavia la provenienza di queste persone (Paesi notoriamente in guerra) impedisce di espellerli.
Perché i profughi rifiutano l’identificazione?
La procedura di identificazione rallenta il viaggio dei profughi che approdano sulle coste italiane, i quali in gran parte sono diretti in altri paesi dell’Europa. Il Regolamento di Dublino che regola il diritto d’asilo in Europa, prevede infatti che si possa ottenere il titolo di soggiorno come rifugiato esclusivamente nel Paese dove si viene identificati (quello di prima accoglienza).
Quindi essere identificati in Italia comporta per i profughi l’impossibilità di richiedere asilo presso altre nazioni europee: se pur lo facessero il paese successivo li rispedirebbe in Italia. Questo in buona sostanza il motivo per cui molti profughi non vogliono espletare le procedure di identificazione in Italia e ancor prima di partire dal proprio Paese vengono istruiti in tal senso.
Di certo, dopo aver speso fior fior di danari per intraprendere il viaggio della salvezza in fuga dalla guerra, non è una bella prospettiva quella di rimanere bloccati strada facendo dalla burocrazia italiana ed europea.
In Prefettura
Ad Ogliastro, quindi, alcuni dei migranti ricoverati per la notte, hanno deciso di non rimanere al centro di accoglienza e di non farsi riconoscere e proseguire il proprio viaggio in altro modo.
Sono invece stati raggiunti dai carabinieri che hanno cercato di convincerli con garbo a proseguire nelle procedure identificative. Infine i profughi hanno preferito portare a termine le procedure in Prefettura a Salerno, da cui sarebbe stato più facile proseguire il viaggio.
Il personale del consorzio La Rada, gestore del contro di Ogliastro, e i carabinieri li hanno quindi accompagnati in Prefettura.
Come funziona il centro di accoglienza
La nuova struttura di via delle Ginestre è un centro di accoglienza per richiedenti asilo: si occupa della prima accoglienza e ospita i migranti nell’attesa che vengano portate a termine le procedure per la richiesta di asilo. Per cui La Rada offre il servizio di mediazione linguistica e culturale e il supporto per l’espletamento di tutte le procedure. Procedure che possono essere anche molto lunghe.
In attesa che la richiesta di asilo venga valutata dall’apposito ufficio, ai migranti viene dato un permesso di soggiorno provvisorio di 3 mesi, rinnovabile nel caso in cui la valutazione non sia stata ancora portata a termine.