Cronaca Salerno, Salerno

Propaganda neonazista sui social: 12 indagati, sequestri e perquisizioni anche a Salerno

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Il sequestro

Propaganda neonazista sui social: 12 persone sotto inchiesta, perquisizioni e sequestri anche a Salerno. Le altre province coinvolte sono: Catanzaro, Brianza, Lecco, Milano, Como, Bari, Barletta-Andria, Pistoia e Rovigo. Lo riporta SalernoToday.

Propaganda neonazista sui social: perquisizioni anche a Salerno

Undici membri di gruppi di estrema destra e neonazisti sono sotto indagine da parte della Procura di Milano per istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale. Sono accusati di aver diffuso “idee naziste e fasciste” e “odio razziale nei confronti degli ebrei” attraverso gruppi Telegram come “Tricolore sangue italico”, “Ordine Attivo Terzista”, “Spirito Fascista”, “Rinascita Popolare Italiana” e “Sangue e Suolo”. Alcuni degli indagati risiedono nella provincia di Salerno.

L’inchiesta

Sotto la direzione del pm Leonardo Lesti, la polizia postale ha condotto un’indagine che ha portato alla perquisizione delle abitazioni di 11 giovani, di età compresa tra i 19 e i 24 anni, distribuiti su tutto il territorio italiano. Durante le operazioni, sono stati sequestrati dispositivi informatici per raccogliere prove utili, come conversazioni su WhatsApp, Messenger, Telegram, oltre a fotografie, file e documenti di propaganda presenti su vari social media. Le perquisizioni si sono svolte recentemente nelle province di Catanzaro, Brianza, Lecco, Milano, Como, Bari, Barletta-Andria, Pistoia, Salerno e Rovigo. Durante le operazioni, sono stati rinvenuti esemplari del “Mein Kampf” di Adolf Hitler, simboli e bandiere neonaziste, oltre a tirapugni.

Le indagini svolte dagli agenti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica coprono il periodo compreso tra dicembre 2023 e settembre 2024. Queste indagini sono state effettuate attraverso intercettazioni telefoniche e l’analisi delle conversazioni sui social media. Sono stati riscontrati contenuti di natura “nazionalsocialista”, “suprematista”, “razzista” e “antisemita”, oltre a incitamenti alla discriminazione e alla violenza basati su motivi razziali ed etnici.