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Prostituzione, sesso, droga, estorsione in costiera amalfitana: processo rinviato

Sesso, droga, estorsioni e sfruttamento persino di una ragazza disabile, in un’inchiesta della Dda che ha visto tredici indagati e ha acceso i riflettori su un giro di prostituzione in Costa d’Amalfi. L’udienza fissata per ieri è stata rinviata al 9 febbraio, dopo l’abbreviato per la 28enne di Ravello accusata di avere spacciato crack nel corso degli incontri erotici e al patteggiamento chiesto da un 50enne del napoletano, che ha concordato una pena di due anni e tre mesi per l’estorsione di oltre 8mila euro a un uomo di Agerola.

Le minacce di morte con cui l’uomo riusciva a farsi consegnare il denaro sono emerse nel corso delle intercettazioni sul giro hard; sua complice sarebbe, secondo l’accusa, una coetanea di Ravello (anche lei finita sotto inchiesta e accusata pure di spaccio) che secondo gli inquirenti faceva prostituire due giovani procurando loro i clienti e senza farsi scrupolo dello stato di deficienza psichica di una delle coinvolte.

A dividersi gli incassi c’era il fratello di una di loro, sul quale vi era l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Imputati, con l’accusa di favoreggiamento, sono inoltre cinque clienti: tre per aver negato agli inquirenti i rapporti sessuali con le donne sfruttate, altri due per aver cercato di nascondere l’acquisto di droga dalla giovane di Ravello.

C’è il caso del cinquantenne di Gragnano che per gli inquirenti aveva organizzato insieme alla 28enne costierana il giro a luci rosse tra la Costiera amalfitana e l’Agro nocerino. Secondo il pubblico ministero Vincenzo Montemurro i due avrebbero utilizzato gli incassi della prostituzione per acquistare numerose dosi di droga sintetica, in parte consumata in proprio, in parte rivenduta ai clienti nel corso dei rapporti sessuali.

Sarebbe stato il cinquantenne a organizzare gli spostamenti della donna per gli incontri con i clienti, con la complicità di un 45enne, anche lui di Gragnano, che la accompagnava in auto e talora veniva inviato nell’hinterland napoletano per l’acquisto dello stupefacente.

Due i pusher finiti nella lista degli imputati, entrambi originari di Gragnano ma residenti a Lettere.

(Fonte: positanonews.it)

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