Nel post gara di Salernitana-Ischia, il dg degli isolani Pino Iodice puntò forte il dito contro il patron della Salernitana Lotito, reo a suo dire di averlo minacciato, ovvero di escluderlo dalla ripartizione dei contributi relativi al settore giovanile, qualora non avesse cambiato idea ed appoggiato alla prossima assemblea del 16 febbraio il presidente della Lega Pro Mario Macalli. Per capire bene, bisogna riavvolgere il nastro e fare un passo indietro all’assemblea del 15 dicembre a Firenze dove le società di Lega Pro non hanno approvato il bilancio relativo all’anno 2013/2014 (40 club contro, 25 a favore e 2 astenuti), sfiduciando di fatto la governance di Macalli. Il numero 1 dell’ex serie C e vicepresidente della Figc, ritrovandosi in minoranza uscendo dall’assemblea di lunedì, dovrà dopo quasi 18 anni dimettersi dall’incarico di presidente di Lega.
Chi si batte per ridare la maggioranza a Macalli è Claudio Lotito, grande elettore così come Macalli di Tavecchio alla presidenza della Figc, in veste di patron della Salernitana, che prova a far cambiare idea a chi, invece, ha sfiduciato il padre padrone della Lega Pro. Uno di questi è proprio Iodice che registra una telefonata del 28 gennaio tra lui e l’imprenditore romano diffondendo l’audio della conversazione, pubblicato stamane dalla versione online del quotidiano “La Repubblica”: «Ecco qui, sentite, ho registrato tutto. Lotito fa pressioni: l’Ischia deve sostenere il suo programma o non avremo contributi. Io rappresento una piccola società, lui è un uomo potente: ho registrato per cautelarmi».
«Ho un programma, in sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A e 14 milioni in più di Rcs alla Figc. Il riferimento è all’advisor Infront. Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente (Macalli, ndr) fra un anno e mezzo va a casa da solo, l’accompagno io, e rappresenta zero. Viene fatta una commissione strategica, tre presidenti, uno del Nord, uno del Centro, uno del Sud, e ogni 20 giorni vedono l’attuazione del programma. Il direttivo viene tolto, Pitrolo (vicepresidente di Lega, ndr), quello, tutti. Chi viene eletto va lì a lavorare. E vi tranquillizzo, io non sono candidato a niente, non m’interessa, voglio salvare la Lega Pro. Se la Lega Pro nel giro di dieci giorni non trova un gruppo di maggioranza che io in questo momento ho su questo progetto che ti ho detto, ti spiego che succede. Il 16 abbiamo l’assemblea, a me non cambia, ho preso 100mila euro, ma 4 milioni l’anno ci metto nella Salernitana. Se non si risolve ‘sto problema, il 16 non arrivano i soldi, perché non ci sono».
Iodice lo interrompe: «Ci sono 5 milioni per la Lega Pro». Lotito replica: «Ma quei 5 milioni s e li semo già magnati. E i 5 della seconda tranche ci sono. La Figc dava 10 milioni alla Lega Pro, 9 alla B, che sta nelle stesse condizioni: m’ha chiamato Abodi, sta a piagnè , mi vuole vedere. I 25 milioni che il Coni ha tagliato alla Figc sono stati tolti a Lega di B, Lega Pro, arbitri: hai visto quel testa di c… di Nicchi, sta a fare un casino. Tu mi dici: cacciamo Macalli. Ma quand’è successa questa storia, la Federazione usciva con 3 milioni di perdita di bilancio, allora cacciamo Tavecchio? Macalli si è messo a piangere: non me lo potete fare, sono rovinato. Eravamo in tre in una stanza. Tavecchio gli ha detto: ‘ ma ndo c.. li prendo i soldi che non ci stanno? E allora ho pensato: facciamo un’anticipazione di cassa sui progetti della fondazione, che decido io, ho la maggioranza in Lega. Questa roba, però, se non si trova un accordo in Lega Pro il 16, non si farà mai, chi c… si espone? Se ci esponiamo io e Tavecchio… Oggi se sei senza soldi vai da un amico, no? L’amicizia ha un peso, il rapporto personale ha un peso, no?».
Nel progetto di Lotito, la serie A dovrebbe ricevere ancora più soldi dai diritti tv e questo non potrebbe accadere se delle piccole fossero promosse nella massima serie. Ancora Lotito: «Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi… una può salì…se mi porti squadre che non valgono un c… noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi – che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno – fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi c… li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi… E questi non se lo pongono il problema!».
Pronta la replica di Lotito a margine dell’assemblea della Lega di A: «Il sistema sta saltando, è un dato incontrovertibile e lo dice uno che sui conti ha dimostrato di capirne. La situazione è drammatica perché non ci sono le risorse. Dobbiamo trovare un programma su cui condividere una serie di posizioni nell’interesse delle Lega Pro per creare un cambiamento del sistema calcistico. Il presidente conta zero. In Lega A abbiamo approvato un programma votato da 16-17 persone e a quello di atteniamo. Nell’accordo che sto tentando di fare e al quale sono d’accordo la maggior parte delle squadre di Lega Pro vorrei un sistema trasparente anche per il pagamento degli stipendi, per acquisizione delle squadre. E invece in questo sistema c’è un atteggiamento conservativo per mantenere in piedi certe logiche. Se tocchi certe situazioni si muove la stampa vicina a certe persone e ci sono manovre di delegittimazione. Io mi muovo per l’interesse del sistema, mentre altri se lo dimenticano. Se si continua così il sistema salta. Ci sono criticità che qualcuno forse si dimentica per mantenere in piede dei centri di potere. Io invece voglio trasparenza e lavoro per l’interesse del sistema”. Lotito spiega anche il senso delle frasi su Carpi e Frosinone: “Se continuano a salire in A 3 squadre di B che non hanno il bacino d’utenza, come ho detto Carpi e Frosinone, il sistema non lo regge. Quando vendiamo i diritti televisivi all’esterno cosa facciamo? Che immagine diamo? La mia idea è riformare i campionati: la prima va in A diretta e la seconda e la terza spareggiano con la penultima e la terzultima e se perdono e non vanno in A incassano 10 milioni: non possono salire 3-4 squadre piccole. Il campionato ha perso in competitività perché sono salite formazioni che erano tra i dilettanti. Se prendiamo in A società che hanno 2.000 spettatori, che ricavi nei diritti tv all’estero possiamo avere. Non si può vendere sogni, ma solide realtà sennò il sistema salta. Le risorse sono insufficienti a coprire le esigenze di A, B e Lega Pro. Guardate cosa sta succedendo a Parma, se non mettono i soldi, salta. Abbiamo messo per questo il Fair Play Finanziario, limiti alle rose, l’obbligo delle accademy. Il sistema non supporterebbe che salissero squadre senza un bacino d’utenza adeguato. Il sistema deve essere comandato da chi ha i soldi. Macalli prende 12.000 euro di rimborsi spese all’anno, altri in passato e che vorrebbero tornare adesso centinaia di migliaia di euro. C’è un gruppo di persone che vuole appropriarsi della Lega Pro per fini personali, per avere poltrone e rimborsi spese. Io non ho ruoli né uno stipendio. Io non conto niente, non comando niente. Abodi deluso? Può dire quello che vuole. Gliele dico tutti i giorni certe cose. Ditegli che mi chiami. Non si possono coltivare interessi non di sistema, qui c’è bisogno di una ristrutturazione dei campionati e di tutta un’altra serie di cose. Voglio scardinare un sistema consociativo. Ci sono situazioni che non vanno più bene. La gente vuole rispetto”. Vere e proprie bordate Lotito le riserva al direttore generale dell’Ischia Pino Iodice: “Non ho fatto pressioni su nessuno, ho solo posto il problema. Rivendico quello che ho detto, anche in forma premeditata, perché ero a conoscenza che la persona con la quale ero al telefono avrebbe registrato la conversazione.Andate a vedere il curriculum di Iodice e guardate di chi parliamo. Porta pure sfiga, le squadre per cui ha lavorato sono tutte fallite. Con lui ci vedremo in altre sedi. Il problema è che c’è un gruppo di persone che vogliono impadronirsi della Lega per scopi personali. Beretta non si è nemmeno preoccupato. Ho semplicemente detto, riferendomi sia a Beretta che a Macalli, che è inutile che facciamo saltare il presidente perché il presidente conta zero. Non Beretta in quanto Beretta, ma in quanto presidente della Lega. Beretta è organo di garanzia, chi conta è l’assemblea».