Riciclaggio di assegni rubati ad Agropoli: la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a tre anni per un imprenditore di 60 anni. Rigettato il ricorso presentato dal legale dell’uomo. Lo riporta InfoCilento.
Agropoli, riciclaggio di assegni rubati: confermata la condanna
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore di Agropoli, precedentemente condannato per il riciclaggio di auto rubate dal Tribunale di Potenza e attualmente sotto processo per reati simili. Il sessantenne era stato giudicato per il riciclaggio di assegni rubati e, dopo la condanna della Corte di Appello, aveva deciso di appellarsi ai giudici romani.
L’imprenditore aveva contestato le motivazioni che giustificavano la dichiarazione di responsabilità, in particolare riguardo alla consapevolezza dell’imputato sulla provenienza illecita degli assegni ricevuti. I giudici della Corte di Cassazione hanno sottolineato che «i motivi di ricorso, che denunciano l’illogicità della motivazione basandosi su una diversa interpretazione dei dati processuali, una ricostruzione alternativa dei fatti o un diverso giudizio sulla rilevanza e sull’affidabilità delle fonti di prova, non sono ammissibili in sede di legittimità. Infatti, alla Corte di Cassazione non spetta il compito di sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella effettuata nei gradi precedenti, né di esaminare la coerenza logica della decisione sottoposta al suo esame attraverso un confronto con altri modelli di ragionamento esterni».
Pertanto, si confermano le opinioni dei giudici che, nei gradi di giudizio precedenti, hanno escluso la buona fede dell’imprenditore, poiché non è riuscito a indicare la persona da cui ha ricevuto i titoli. La Cassazione ha inoltre respinto il ricorso nella parte in cui si richiedeva l’applicazione di pene alternative. Di conseguenza, è stata confermata la condanna già emessa dal tribunale.