Federico Garzione è un medico dall’approccio unico. Riconosciuto come un’autorità nel campo oftalmologico a Roma, è originario di Acquavella, frazione di Casal Velino, in provincia di Salerno. La sua famiglia non aveva alcun legame con il mondo medico, e il suo percorso professionale è stato interamente frutto di determinazione e sacrificio.
“Non avevo raccomandazioni né supporti particolari – racconta al Mattino –. Dopo la laurea e la specializzazione presso il II Policlinico di Napoli, decisi di ampliare i miei orizzonti formandomi nei centri d’eccellenza di Roma. Tra questi, l’ospedale San Carlo di Nancy, dove ho avuto l’opportunità di lavorare con il professor Clemente Santillo, figura di riferimento nel settore”.
Da Roma al Cilento, il ritorno del medico Federico Garzione
Quegli anni di formazione furono particolarmente impegnativi: gli stage erano gratuiti e per mantenersi Garzione svolgeva turni di guardia medica, rientrando nel fine settimana a Casal Velino. Nonostante le difficoltà, la sua carriera è stata brillante. Oggi è primario di Oftalmoplastica, docente presso la Chirurgia Plastica dell’Università degli Studi di Tor Vergata e ha maturato esperienze internazionali di altissimo livello.
La sete di conoscenza lo ha portato a specializzarsi nei migliori centri medici del mondo. Negli Stati Uniti ha approfondito la chirurgia della cataratta al Moses Taylor Hospital e al Mercy Hospital. A Londra, presso il prestigioso Moorfields Eye Hospital, ha affinato le tecniche di chirurgia orbito-palpebrale. Alla Clinica Planas di Barcellona si è specializzato in chirurgia plastica, mentre all’Agarwal’s Eye Hospital di Chennai, in India, ha studiato la gestione dei casi più complessi.
L’esperienza in India è stata particolarmente significativa. “Ricordo le lunghe file di pazienti fuori dagli ospedali – racconta –. Alcuni potevano permettersi interventi in strutture private, ma chi non aveva nulla veniva comunque operato gratuitamente in sale comuni. Un sistema che cercava di ridurre le disuguaglianze, facendo sì che chi poteva pagare contribuisse indirettamente alle cure per i meno abbienti”. Questo modello di sanità solidale ha lasciato un segno profondo nel medico salernitano, influenzando il suo impegno attuale per garantire cure accessibili nelle aree più svantaggiate.
Dopo anni di studio e perfezionamento, Garzione è oggi un punto di riferimento per interventi mini-invasivi e innovativi come la dacriocistorinostomia transcanalicolare con laser a diodi e il lipofilling per patologie dell’orbita. Tuttavia, l’accesso alle cure in zone rurali come il Cilento rimane una sfida. “Le difficoltà economiche e logistiche, unite alla carenza di strutture sanitarie e trasporti, compromettono la prevenzione e il trattamento precoce delle patologie oculari. È un problema che va affrontato con urgenza”, avverte il medico.
Il legame con il Cilento e l’impegno per la medicina rurale
Nonostante il successo a Roma, Garzione mantiene un legame forte con la sua terra d’origine. Oltre a dirigere il centro Gamma Medica nella capitale, torna regolarmente nel Cilento, collaborando con la Clinica Cobellis di Vallo della Lucania e ricevendo pazienti nei suoi studi di Salerno e Casal Velino.
“La mia priorità è sempre stata garantire l’accesso alle cure a chi ne ha bisogno, indipendentemente dalle possibilità economiche. Spesso chi non può permettersi un intervento è proprio chi ne ha più bisogno. Cerco di mantenere un equilibrio, applicando un modello solidale: chi può contribuire, aiuta indirettamente a coprire i costi per chi non ha risorse”.
Secondo Garzione, la medicina rurale e la programmazione sanitaria rappresentano un nodo cruciale. “Uno dei problemi principali nelle aree più isolate è la difficoltà di accesso ai servizi sanitari specializzati, con gravi conseguenze sulla salute pubblica. Non basta curare: bisogna educare i pazienti alla prevenzione e promuovere l’uso di tecniche innovative che riducano l’impatto degli interventi”.