SALERNITANA. Valutando nell’insieme le performance effettuate dalla compagine granata di quest’anno e gli episodi che si sono susseguiti durante l’arco della stagione, molti dati ci spuntano alla mano. È indubbio considerare che, da quando Alberto Bollini ha preso in mano la squadra e, da quando sono stati fatti gli innesti a gennaio, la Salernitana si è trasformata da compagine boccheggiante ad ariete sempre pronto a sfondare la parte alta della classifica, avvicinandosi conseguentemente ai play off.
C’è da dire che, soprattutto quest’anno, la tifoseria ha manifestato più volte un consistente malumore, dovuto principalmente ad una sensazione di insicurezza dettata dalla presenza di Lotito nella presidenza e lo spettro della doppia proprietà. Non è un caso andare allo stadio e sentir dire che il patron non vuole la Salernitana in serie A, ma preferisce vivacchiare in posizioni di metà classifica oppure dare fiacche speranze per poi uscire sconfitti nelle fasi finali. Questi malumori hanno permesso a Lotito di spiegare le sue ragioni e di negare categoricamente l’intenzione di voler far divenire la Salernitana un consolato della Lazio, sottolineando conseguentemente la grande spinta che si sta dando affinché la squadra possa rispettare al meglio gli obiettivi stagionali e (se il caso lo permette) andare oltre ad essi.
Osservando con attenzione il campionato di serie B 2016-2017, non abbiamo potuto fare a meno di notare le continue battaglie tra tutte le società, partite maschie che hanno contribuito alla formazione di una classifica estremamente corta e, in molte fasi, aperta a impensabili rovesciamenti di fronte da una parte all’altra delle posizioni. Era noto ai tanti che, a metà anno, una squadra che osservava timidamente i playoff, era anche a 4 o 5 punti dalla zona playout, questa realtà oggettiva non faceva altro che alzare la tensione nei campi e negli spogliatoi. Questo dato ha sicuramente inciso sul rendimento di tutte le società cadette, Salernitana compresa, e si è aggiunto ad altri dati eloquenti, come la difficoltà dell’allenatore Bollini (superata infine egregiamente) di creare un’identità di gioco nel corso del suo lavoro stagionale, oppure i considerevoli infortuni avuti in fasi importanti del campionato.
Ogni sfida era uno scontro diretto per non precipitare nelle zone buie della classifica e, in questo combattimento continuo, la Salernitana ha avuto anche la speranza di poter acciuffare quei play off indispensabile al fine di ottenere quel tanto sperato passo in avanti atto a superare l’asticella annuale fissata da Lotito, ma anche un’incredibile carica adrenalina per una piazza che si nutre costantemente di entusiasmo. Arrivati a questo punto, all’ultima di campionato con la Salernitana decima a soli 54 punti, contro i 57 dell’ottava Spezia, molti salernitani hanno gettato con veemenza la spugna, annunciando la fine della corsa verso questo obiettivo. Tuttavia, i calcoli darebbero ancora una speranza di riacciuffare il risultato, i play off possono essere un risultato realizzabile solo se, nell’ultima giornata di campionato, si verificassero tutte insieme queste coincidenze:
- la Salernitana vince contro il Perugia
- lo Spezia perde contro il Vicenza
- Cittadella, Benevento e Carpi mantengono ancora al di sotto dei 10 punti la soglia che li separa da Frosinone, Hellas Verona e Spal
- il Novara perde conseguentemente contro il Carpi (anche un pareggio potrebbe essere troppo)
Con questa serie di circostanze, i granata possono accedere alle fasi finali cadette, riuscendo magari (con un’altra dose di fortuna) a dire la propria negli ipotetici scontri che si susseguiranno. È logico che, i play off, visti sotto questa luce sono una remota possibilità, ma è sempre un bene non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, sia quando le possibilità sono negative, sia quando sono positive e in questo caso, un finale del genere cambia radicalmente il futuro dei granata.