SALERNO. “Lei ha un tumore al seno. Anzi no”, invece il carcinoma c’è: la testimonianza choc di una salernitana.
Prima le diagnosticano un tumore al seno, ma poi, ad una successiva verifica, non riescono più ad individuarlo.
È la storia riportata da lacittà: alla malcapitata salernitana fu consigliato di ritornare dopo sei mesi per un controllo, ipotizzando un fake, cioè un falso segnale.
La donna, fortunatamente, preferì rivolgersi all’Irccs, l’istituto nazionale tumori di Milano: lì il carcinoma è stato identificato al primo colpo.
Inizia così l’odissea della donna.
Il 29 agosto del 2016, la signora si sottopone, presso la Breast unit dell’Azienda ospedaliera di via San Leonardo, a una mammografia bilaterale.
L’accertamento evidenzia solo dei piccoli linfonodi.
A fine settembre la donna, palpandosi, nota la presenza di una cisti e si rivolge a una dottoressa del Ruggi che le consiglia di fare una ecografia ed una mammografia dalle quali si evince che al di sotto dell’infezione c’è un nodulo di quattro millimetri.
L’ago aspirato conferma la diagnosi: il 27 ottobre arrivano i risultati che parlano di un carcinoma mammario intraduttale.
Inizia il doloroso iter: il 4 novembre la scintigrafia, il 12 la risonanza magnetica, il 14 la Tac.
I medici della Breast decidono per l’intervento e il 27 la signora, in compagnia dei familiari, si reca in ospedale per effettuare la cosiddetta centratura, che consiste nel circoscrivere la zona della mammella da asportare. I camici bianchi non riescono a trovare nulla.
Il 16 dicembre è il giorno dell’ennesima mammografia.
Ma anche da questo accertamento, del tumore non c’è traccia.
Il dottore confronta la prima e la seconda mammografia e quel segno opaco è scomparso. Si ipotizza un fake, ossia un falso segnale, mentre qualcuno grida quasi al miracolo.
Il 12 gennaio la donna è a Milano per una visita, il 13 vengono verificati i vetrini di Salerno e viene confermata la presenza di un carcinoma che viene individuato.
I familiari della donna chiedono, allora, al direttore generale Cantone e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di scendere in campo per tutelare la salute delle nostre donne, verificando la qualità delle attrezzature diagnostiche in dotazione al Ruggi.