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Salerno, bancarotta fraudolenta di una società di rifiuti: tre persone nei guai | Maxi sequestro di auto e soldi

Bancarotta fraudolenta di una società di rifiuti in provincia di Salerno. Nelle prime ore di questa mattina i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione, su richiesta di questa Procura, ad un’Ordinanza di Applicazione di Misure Cautelari personali e reali dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno nei confronti di Gallo Carmine, VICIDOMINI Giuseppe e RUSSO Orazio, tutti riconducibili alla società C.I.T.E Consorzio Stabile Interprovinciale Trasporti Ecoambientali.

Salerno, bancarotta fraudolenta di una società di rifiuti: 3 persone nei guai

 

Le fattispecie di reato contestate, bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte attengono al fallimento della richiamata società consortile a responsabilità limitata, operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani con numerose commesse presso vari comuni delle provincie di Salerno (SA) e Caserta (CE).

L’analisi

In particolare, attraverso l’analisi e l’esame della documentazione contabile e dei bilanci della fallita, nonché all’esito di numerosi riscontri eseguiti presso i soggetti con cui erano stati intrattenuti rapporti commerciali nel corso degli anni, è stata ritenuta, allo stato delle indagini che sono ancora in corso, la consumazione di condotte penalmente rilevanti a carico degli amministratori, succedutisi nel tempo, della fallita.

Gli indagati

Secondo quanto ritenuto dal giudice, in relazione all’ipotesi di bancarotta documentale, gli indagati avrebbero tenuto i libri e le scritture contabili in modo tale da non permettere la ricostruzione del patrimonio della fallita, riportando nell’attivo dello stato patrimoniale numerosi crediti divenuti non più esigibili, omettendo una svalutazione degli stessi e ritardando, contestualmente, l’emersione del dissesto.

I pagamenti

Nello stesso ambito sarebbero stati eseguiti pagamenti preferenziali a beneficio di creditori non privilegiati, in danno del restante ceto creditorio rappresentato prevalentemente da ex dipendenti e dall’erario, in un periodo in cui era già conclamato lo stato di insolvenza nonché atti fraudolenti, da parte di uno dei tre indagati, finalizzati ad impedire la procedura di riscossione coattiva ad opera dell’Agenzia delle Entrate.

 

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