Cronaca Salerno, Salerno

Salerno, dirigente licenziata per “vendetta”: condannati Asl e Pagano

La dirigente Liliana Cuozzo era stata licenziata per “vendetta” dopo aver denunciato alcune irregolarità al penitenziario di Eboli: condannati Asl e Pagano.

Asl e Pagano condannati per aver licenziato per vendetta una dirigente

Condanna pesante per l’Asl Salerno. Il provvedimento arriva dal Tribunale del lavoro e, oltre alle prevedibili conseguenze in sede giudiziaria, avrà ripercussioni anche sui penitenziari presso i quali l’Azienda sanitaria locale gestisce il servizio interno; così come ci saranno anche delle ripercussioni in sede contabile, dal momento che, dalla condanna economica contenuta nel procedimento giudiziale, la Corte dei Conti di Piedigrotta avvierà un procedimento.

In buona sostanza, il Tribunale del Lavoro – nella persona del giudice Ippolita Laudati – ha accolto (con ordinanza dello scorso 29 luglio) il ricorso d’urgenza presentato dalla dottoressa Liliana Cuozzo, dirigente medica addetta, da anni, al servizio psichiatrico presso l’Uosd “Tutela Salute adulti e minori area penale” presso il penitenziario di Eboli. Nel dispositivo, il giudice Laudati ha censurato l’operato dell’Asl e del dirigente Antonio Pagano, che avevano illegittimamente licenziato la dottoressa, assistita dagli avvocati Nicola Scarpa e Michele Cuozzo.

Un licenziamento che avrebbe il carattere della vendetta, così come sottolineato nello stesso dispositivo del Tribunale del lavoro: «Dalle dichiarazioni degli informatori escussi – si legge – e dallo stesso dottor Pagano, emerge incontestabilmente che l’estromissione della dottoressa Cuozzo sia una conseguenza diretta dell’esposto denuncia da costei presentato in data 8.12.2018 relativamente all’ingiustificata sottrazione, ad opera del dottor Pagano, del Registro del Ministero, ove vengono registrate le visite dei medici ai detenuti nel penitenziario di Eboli, nonché dello strappo di tre/quattro fogli, sempre ad opera del dottor Pagano, da altro registro ove vengono annotati date e medicinali somministrati ai detenuti».

Una denuncia, quella della dottoressa Cuozzo, che, di fatto, le è costato il licenziamento, ritenuto poi illegittimo dal giudice. «Le dichiarazioni false e mendaci del dottor Pagano – si legge ancora nella sentenza firmata dalla giudice Laudati – lasciano la scrivente esterrefatta.

Costui nega in presenza di circostanze e fatti conclamati! Del resto, l’arroganza con la quale egli ha agito, ignorando sprezzantemente le richieste verbali della dottoressa Cuozzo e quelle indirizzategli via pec, nonché la noncuranza con la quale ha posto in essere condotte ora sottoposte al vaglio dell’Autorità Giudiziaria competente, tratteggiano un modus procedendi nei rapporti con i propri “subordinati” improntato alla protervia ed alla sopraffazione, nonché un’allegra disinvoltura nell’affidare incarichi a chicchessia in barba alle procedure comparative pur adottate dall’Azienda e che vedevano la dottoressa Cuozzo seconda assoluta in graduatoria, spostando a suo piacimento medici dal penitenziario di Salerno a quello di Eboli o viceversa.

Egualmente intollerabile ci appare il comportamento incredibilmente emissivo dell’Asl Salerno che, a fronte di una denuncia penale ai danni del dottor Pagano, ha apoditticamente ritenuto “appropriate le condotte adottate dal dottor Pagano».

Un dispositivo decisamente duro con il quale è stato integralmente accolto il ricorso presentato dalla dottoressa Liliana Cuozzo, con tanto di condanna – ai danni dell’Asl Salerno e del dirigente Pagano – all’immediato reintegro in organico della dottoressa, nella sua precedente posizione o in una equivalente.

Disposto anche il risarcimento del danno patrimoniale, commisurato alle retribuzioni non percepite dal gennaio 2019 e fino alla data di reintegro, oltre agli interessi e alle spese legali. Ora la palla passa alla sezione penale del Tribunale di Salerno, alla luce della denuncia presentata presso la Procura della Repubblica.


Andrea Pellegrino

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