SALERNO. Quando, durante l’incontro a palazzo Santa Lucia, venne discussa la delocalizzazione delle Fonderie Pisano si prevedevano al massimo 20 giorni prima di una nuova seduta. Invece, secondo quanto riporta Il Mattino, dopo quasi 40 si è ancora in alto mare.
Mentre la cassa integrazione degli operai continua a prosciugarsi, con l’avvicinarsi della scadenza, non c’è ancora un nome che possa garantire la sopravvivenza dello stabilimento. Quando si decise di spostare l’impianto in un nuovo luogo si chiedevano almeno 2, massimo 3 nomi. Eppure ad oggi le opzioni prese in considerazione hanno incontrato strenua resistenza da parte di amministrazioni e cittadini.
In località Fratte lo stabilimento continua a funzionare, tra chiusure e riaperture, in quanto proprio la continuazione dell’attività è uno dei requisiti necessari per lo spostamento. Di contro, lo spostamento è necessario per la sopravvivenza dell’attività. Al momento però non sembra esserci una soluzione a portata di mano, mentre la sabbia della clessidra continua a scorrere.