Cronaca Salerno, Salerno

Salerno, Fonderie Pisano: la Cisal attacca la classe politica salernitana

SALERNO. «Sulle Fonderie Pisano la politica salernitana ha deciso di andare di nuovo in vacanza. Meglio parlare di concerti o altro che discutere della delocalizzazione della fabbrica di via dei Greci». Luigi Vicinanza, sindacalista della Cisal provinciale, non usa mezzi termini per contestare l’atteggiamento della classe politica locale sulle sorti dell’opificio al confine tra Salerno e la Valle dell’Irno.

«Questi signori hanno fatto passare un altro anno nel silenzio più assoluto, con le solite promesse. Mi spiace essere ripetitivo, ma ribadisco che pare passata un’eternità dall’ultima campagna elettorale per le Amministrative di Salerno quando, meno di un anno fa, tutti si riempivano la bocca con la parola delocalizzazione. Da allora però tutto è bloccato, nonostante tutti sappiano che l’attività della fonderia siano non attuabili con il territorio circostante. In qualsiasi altra parte d’Italia l’azienda sarebbe stata accompagnata e diretta a spostare l’impianto su un altro terreno. A Salerno no».

 A Vicinanza preoccupa anche la vertenza che vede coinvolti i lavoratori dell’opificio. «Non ci si può accontentare dei contratti di solidarietà. Prima o poi l’assistenzialismo terminerà e il problema si riproporrà. Continuò a dire che dopo le vacanze qualche sigla sindacale si accorgerà questo problema è un gigante dai piedi d’argilla. L’impegno di una parte delle istituzioni non si discute, ma i posti di lavoro vanno tutelati. Ecco perché gli ammortizzatori sociali non sono la soluzione del problema», ha continuato Vicinanza.

 Dunque, per il sindacalista della Cisal, nulla è stato fatto in questi mesi. «Tutti sanno che per trasferire le attività in un nuovo stabilimento servono non meno di 24 mesi. Cosa è stato fatto in questo anno? Il cronoprogramma non esiste e i residenti continuano le solite proteste. Forse a qualcuno non interessa che a Salerno si può ancora morire di inquinamento. La coscienza di chi governa non può andare in vacanza».

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