La Procura di Salerno ha presentato appello contro circa 50 sentenze di non luogo a procedere emesse in relazione all’inchiesta sui falsi vaccini per l’ottenimento del Green Pass durante la pandemia da Covid-19. I magistrati chiedono che tutti gli indagati siano processati, sostenendo che la responsabilità dei beneficiari – centinaia, molti dei quali hanno scelto il patteggiamento – si basi su prove “immediate ed intuitive”.
L’indagine, avviata nel 2021, era scaturita da segnalazioni dei centri vaccinali di Nocera Inferiore e Scafati, dove erano stati rilevati casi anomali di vaccinazioni come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Salerno, inchiesta su falsi Green Pass: in 50 a processo
Dai controlli effettuati era emerso che alcune persone risultavano vaccinate più volte, nonostante nessuna dose fosse mai stata realmente somministrata. L’inchiesta, condotta dalla polizia postale, ha portato alla luce il coinvolgimento di un volontario operante nel centro vaccinale di Fisciano, ora rinviato a giudizio, e di un impiegato amministrativo a Sarno, prosciolto per mancanza di prove. Entrambi erano accusati di accesso abusivo al sistema informatico utilizzato per la gestione della campagna vaccinale.
Secondo gli inquirenti, i due avrebbero utilizzato credenziali di accesso – attribuite ai medici o ad altro personale sanitario – per accedere alla piattaforma informatica Sinfonia, gestita da Soresa per la Regione Campania. Attraverso questo sistema, sarebbero stati inseriti dati falsi che attestavano la somministrazione del vaccino anti-Covid a diversi utenti, consentendo loro di ottenere Green Pass falsi. Le false vaccinazioni sarebbero state compiute principalmente nei centri di Fisciano e Sarno, dividendo così il gruppo di beneficiari.