SALERNO. È deceduto giovedì scorso all’ospedale Ruggi di Salerno, ma la moglie del 45enne Umberto Schettino non si dà pace e, assistita dagli avvocati Giuseppe Lupone e Nicola Schettino, ha presentato una denuncia penale per capire cosa sia realmente accaduto al marito.
Le indagini – stando a quanto riportato da il Mattino – sono state affidate al sostituto procuratore Roberto Penna (magistrato di turno al momento dei fatti) che ha già disposto di ascoltare – quale persona informata dei fatti – il medico curante che consigliò al paziente l’immediato ricovero presso l’ospedale salernitano. Non è escluso che venga disposta l’autopsia in modo da chiarire le cause del decesso ed eventuali responsabilità di chi ha avuto in cura l’uomo.
La vicenda
Nel verbale di denuncia, la vedova Schettino ha raccontato cosa accaduto dallo scorso mese di novembre, quanto il marito si è rivolto al Ruggi per una presunta malattia cardiaca, fino al giorno del decesso. Durante il primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale, Umberto Schettino è stato sottoposto ad accertamenti e, una volta prescritta una cura da fare a casa, è stato dimesso. Successivamente ritornato al pronto soccorso del Ruggi, per il controllo prescrittogli, l’uomo fu trasferito in Cardiologia dove gli venne diagnosticato una pericardite e ricoverato per sette giorni. Una volta dimesso (era venerdì), l’uomo doveva ritornare in ospedale il lunedì successivo per un controllo. Ma una volta a casa, il sabato e la domenica, l’uomo si è aggravato tanto da chiamare il medico curante che gli consigliò l’immediato ricovero al Ruggi dove i medici erano già a conoscenza del pregresso stato di salute e quindi avvantaggiati per le cure specifiche.
A quel punto fu ricoverato nel reparto di Medicina del Ruggi dove, dopo una prima cura antibiotica, è stato sottoposto all’aspirazione del liquido dai polmoni ma nella notte si aggravò tanto che fu disposta una Tac al torace con esame batteriologico che evidenziava un’infezione tubercolare che impose il trasferimento del reparto di malattie infettive (22 dicembre) per le cure del caso. Questo fino al 10 gennaio quando, a seguito di una Tac di controllo ed un’ecografia cardiaca e polmonare, è stata riscontrata la presenza di liquidi ai lati dei due polmoni. Il giorno dopo al paziente è stata effettuata, nella sua stanza di degenza, l’aspirazione del liquido dai polmoni ma dopo una ventina di minuti l’uomo è deceduto.