SALERNO. Movimentata perquisizione in carcere, questa mattina all’alba, a SALERNO, nella Prima Sezione detentiva della Casa Circondariale.
Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito le celle ed hanno trovato droga, un telefono cellulare ed una Sim card. A darne notizia è Emilio Fattorello, Segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Perquisizione nel carcere: i dettagli
“Le decine e decine di poliziotti penitenziari impegnati questa mattina all’alba in una operazione di contrasto al possesso di oggetti illeciti e droga nella Casa circondariale di Salerno sono stati molto attenti e scrupolosi, ed hanno rinvenuto molto materiale interessante anche sotto il profilo investigativo.
Ai poliziotti penitenziari del carcere di Salerno va dunque il nostro apprezzamento per l’importante operazione di servizio.
Da parte nostra, come primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, rinnoviamo l’invito al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di dotare i Reparti di Polizia Penitenziaria della adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani.
Nonostante nella maggior parte degli istituti penitenziari si stiano adottando misure di sicurezza basate sulla dinamicità e sulla videosorveglianza, che a nulla servono se non si prevede l’obbligo del lavoro per i detenuti, non ci sono telecamere e altri sistemi di sicurezza che possano intervenire e sostituire la professionalità della Polizia Penitenziaria”.
Le dichiarazioni
Commenta Donato CAPECE,segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Salerno, ci ricordano che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti.
Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbero potuto causare l’introduzione di droga, alcool e telefoni cellulari in un carcere”.
“I dati ci confermano”, conclude Fattorello,“che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria.
Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle, come pure prevedeva questa scellerata riforma penitenziaria!”.