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Salerno, salvata al Ruggi: il racconto di Lucia Busillo

SALERNO. Il commovente racconto della signora Lucia Busillo: «Non fosse stato per il dottor Mario Polichetti, sarei già morta tra attese interminabili e diagnosi errate e superficiali». È questa la storia riportata dal quotidiano Salerno Today.

La storia della 44enne salernitana ha inizio due anni fa, quando la signora Lucia ha partorito il suo quinto bambino, all’8° mese di gravidanza: «Gabriele era nato come morto, ma è stato subito rianimato e salvato dal dottor Polichetti e ad oggi gode di ottima salute».

Ma, una fistola anomala sulla cicatrice del cesareo aveva messo in allarme la donna,dopo una attesa durata 8 mesi ero finalmente pronta per entrare in sala operatoria, quando le venne comunicato che mancava la sacca di sangue per eventuali trasfusioni, nonostante la donazione effettuata dal fratello e dal marito, cosi, decise di rinviare l’operazione tanto attesa e di affrontarla il mercoledì successivo, ricorrendo ad una autotrasfusione.

Durante l’intervento, Polichetti trovò l’ addome della donna pieno di pus proveniente dalla fistola e un tumore maligno nel  ovaio destro.

«E pensare che quando mi dimisero dall’ospedale, andai via con una ecografia che attestava che il mio utero e le mie ovaie erano perfetti e sani», ha aggiunto la donna.

Giunta nel reparto oncologico, la signora Lucia apprese che avrebbe dovuto attendere altri 8 mesi per poter essere aiutata: «Me ne sono andata via, affranta, decidendo di rivolgermi all’Istituto Nazionale Tumori di Milano dove in due giorni mi hanno accolta e si sono complimentati per l’intevento magistrale eseguito poco prima dal dottor Polichetti che non mi ha costretto ad affrontare una nuova operazione».

Ora sta bene, la signora Lucia, che ha rivolto su Facebook un accorato ringraziamento al ginecologo salernitano.

Di seguito, il post pubblicato su Facebook dalla signora Lucia per il medico:

«Vorrei ringraziare il dottor Mario Polichetti per la sua straordinaria professionalità, in un momento veramente difficile per me è saputo andare oltre il parere contrario di altri medici perché era convinto del fatto suo. E così è andata, il suo buon operato è stato apprezzato fino a Milano all’Istituto Nazionale Tumori, e gli devo veramente la vita per la sua bravura e per la vicinanza a me, non solo come medico, ma anche come persona. Altri dottori mi avevano detto di posare la forchetta se avessi voluto andare al mare in bikini: è stata la sua testardaggine che ha permesso di scoprire il mio addome pieno di infezione e con un tumore. Veramente grazie di cuore dottor Polichetti».

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