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Salerno, si uccide con i lacci delle scarpe in tribunale: “La madre voleva ritirare la denuncia”

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Vogliamo giustizia. Non sappiamo perché il nostro congiunto si è suicidato e riteniamo che doveva essere sorvegliato quando è accaduta la tragedia”. A dirlo, ancora increduli per quanto accaduto, sono i familiari del 48enne di Montecorvino Rovella che lunedì si è tolto la vita. Sabato, l’uomo si era recato dalla madre per chiedere aiuto e voleva vivere con lei, nonostante un provvedimento del Gip del Tribunale di Salerno glielo impedisse.

Successivamente, i carabinieri lo hanno arrestato. “È stato abbandonato dalle istituzioni – dicono i familiari della vittima – questo triste epilogo doveva essere evitato. La madre voleva ritirare la denuncia. E dopo l’arresto, lui doveva essere accompagnato in una comunità per tossicodipendenti. Siamo disperati e chiediamo che venga fatta piena luce sulla tragedia” come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Detenuto suicida in tribunale a Salerno, i familiari chiedono giustizia

I familiari della vittima, ieri sera, si sono radunati a casa di D. B., la madre della vittima, invalida e sorda, alla quale è stato riferito che il figlio è deceduto per un malore. Una famiglia disperata, che non immaginava che il congiunto potesse decidere di farla finita, anche se era consapevole che stesse attraversando un periodo difficile. Un mese fa, dopo l’ennesimo diverbio con la madre, furono allertati i carabinieri per evitare altri episodi violenti e poi gli è stato notificato il provvedimento di non avvicinarsi più alla mamma e non vivere nella stessa abitazione.

Per un mese, la vittima non ha avuto un tetto, non aveva fissa dimora e, stando al racconto dei familiari, ha trascorso molte notti per strada senza alcun tipo di assistenza, nonostante fosse tossicodipendente da molti anni. “Viveva per strada – ribadiscono una cugina e una nipote della vittima – chiedeva aiuto agli amici e ai familiari che lo hanno ospitato, ma negli ultimi giorni non si sono avute più sue notizie”.

Per qualche giorno, la vittima ha fatto perdere le sue tracce vagando tra Montecorvino Rovella, Battipaglia e Salerno, dove poi è stato ritrovato qualche ora prima che si recasse a casa della madre per chiedere aiuto e tornare a vivere con lei a Montecorvino Rovella. Sabato scorso, l’uomo è stato arrestato dai carabinieri proprio mentre era tornato a casa dalla madre, violando il provvedimento che gli vietava di avvicinarsi. Poi, l’arresto e l’estremo gesto lunedì mattina.

Le indagini

Intanto, la polizia penitenziaria fa quadrato sulla vicenda del 48enne di Montecorvino Rovella, che si è suicidato nella camera di sicurezza della cittadella giudiziaria subito dopo l’udienza di convalida per un codice rosso richiesto dalla madre dopo l’ennesima violenza subita. L’uomo, la cui salma è stata sequestrata per essere sottoposta ad esame autoptico, si sarebbe accovacciato ai piedi del lavandino della stanza e si sarebbe strangolato con i lacci delle scarpe. Quando l’agente della penitenziaria è andato a chiamarlo per portarlo in carcere a Fuorni, unica soluzione visto il divieto di avvicinamento violato, lo ha soccorso e ha immediatamente chiesto l’intervento di un’ambulanza. Tuttavia, una volta giunto in ospedale, è deceduto.

In una nota inviata nella tarda serata di lunedì, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, precisa: “Stiamo ancora cercando di capire l’esatta dinamica e come sia potuta accadere quest’ennesima tragedia che investe il sistema d’esecuzione penale nel suo complesso. Anche se, probabilmente, in questo caso non hanno avuto neppure il tempo di avere un impatto diretto con le disastrate condizioni carcerarie, di certo lo Stato non poteva permettersi che gli sfuggisse ancora una volta una vita che gli era stata affidata”. Intanto, la Procura è al lavoro e sta vagliando anche alcune posizioni, ma le indagini, svolte dalla polizia giudiziaria, sono blindate.

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