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Medicina estetica, un nuovo corso all’Università di Salerno

SALERNO. Un corso di perfezionamento in medicina estetica che si terrà presso l’Università degli Studi di Salerno e che partirà con il prossimo anno accademico. È la novità annunciata dal Professore Mario Capunzo, Direttore del Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontoiatria della Scuola Medica Salernitana, nel corso della prima giornata del convegno “La bellezza continua…..Benessere globale e antiaging” che ha portato a Salerno il Gotha della medicina nei campi dell’alimentazione, della medicina legale, della chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva e della flebologia. Una notizia attesa da tanto tempo e che ha subito suscitato grande interesse da parte di tutti presenti. E proprio in virtù dell’avvio di questo importante corso di studi, la prossima edizione del convegno si svolgerà nel mese di settembre. Lo riferisce il Mattino.

Medicina di genere

Anche la novità della sezione dedicata alla medicina di genere ha riscosso grande interesse, dimostrando come, ancora una volta, la città di Salerno in questo campo funga da apripista. E’ a Salerno, infatti, che è nato il primo consultorio per disforia di genere gestito dalla Asl e diretto dalla dottoressa Martina Castellana. Proprio la dottoressa Castellana ha sottolineato, nell’ambito della sezione, come sia importante il lavoro svolto dal direttore scientifico del convegno, dottoressa Maria Laura Vinciguerra, che ha voluto inserire la medicina di genere proprio in apertura dei lavori per dare giusto spessore e risalto a questa branca che, ancora oggi, non riesce a trovare adeguati spazi.

Platea silenziosa ed attenta, infine, per la Lettura Magistrale del professore Donald Craig Willcox, co-direttore del dipartimento diricerca dell’Okinawa Centenarian Study e ordinario al dipartimento di Benessere Umano dell’Okinawa International University, lo scienziato che ha “scoperto” il gene FOXO3, quello della longevità. Nel suo intervento il professore ha sottolineato come “Invecchiare in salute può essere sia arte, sia scienza. La maggior parte degli Italiani e delle popolazioni occidentali tendono ad invecchiare in un precario stato di salute, frequentemente con una multimorbilità. Il problema più comune è rappresentato dalle malattie cardiovascolari.

L’eziologia delle malattie cardiovascolari è complessa e in questo processo sono coinvolti molteplici fattori, ambientali e genetici. Varianti genetiche che influiscono su fattori di rischio come l’ipertensione e
l’ipercolesterolemia sono state già scoperte, ma una modesta corrispondenza è stata riscontrata con varianti genetiche per le quali è stata dimostrata una correlazione con la longevità umana. Due geni
fanno eccezione, APOE e FOXO3. APOE agisce attraverso la via lipidica, mentre poco si conosce del meccanismo con cui FOXO3 sia in grado di influenzare la salute e l’invecchiamento. FOXO3 è stato ritrovato nei meccanismi che regolano l’insulina e codifica i fattori di trascrizione, conservatisi durante l’evoluzione, che regolano i geni “bersaglio” in grado di influenzare a loro volta i meccanismi
coinvolti nell’invecchiamento.

In modelli sperimentali è stato dimostrato il coinvolgimento di FOXO3 nel metabolismo energetico, nello stress ossidativo e nella detossificazione dei ROS, nella riparazione del DNA, nel mantenimento dello stato di cellula staminale, nell’apoptosi, nell’autofagia e in altri importanti meccanismi coinvolti nel processo di invecchiamento. Diversi  anni fa il nostro gruppo di ricerca ha pubblicato per primo la stretta associazione fra il polimorfismo di un singolo nucleotide localizzato all’interno di FOXO3 e la longevità umana.

Nel corso della presentazione verrà descritto in quale modo i carriers dell’allele “longevità-associato” del gene FOXO3 siano protetti nei confronti della mortalità umana, principalmente tramite una sostanziale riduzione del rischio di malattia coronarica cardiaca. Questa scoperta rappresenta il primo potenziale effetto causale dell’allele protettivo sulla longevità, specificatamente a livello cardiovascolare e focalizza l’importanza della ricerca future su FOXO3 come un target delle terapie per un invecchiamento in salute”.

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