Cronaca Salerno, Salerno

Salerno, maxi operazione contro usura e assunzioni fittizie per favorire il clan: coinvolto anche un ex poliziotto della Mobile

evasione fiscale imprenditori denunciati
Foto di repertorio
evasione fiscale imprenditori denunciati

Un’inchiesta della Procura di Salerno ha portato all’arresto di 28 persone, tra cui un ex poliziotto, per reati di usura, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa, rivelando un sistema illecito tra camorra e imprenditoria compiacente.

Maxi operazione contro usura e assunzioni fittizie per favorire il clan

Un sistema illecito ramificato tra camorra, imprenditoria compiacente e professionisti insospettabili. È quanto emerge dalla vasta inchiesta della Procura di Salerno, che ha portato all’esecuzione di 28 misure cautelari per reati legati a usura, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa ai danni dello Stato. Tra gli arrestati, figura anche Francesco Bossone, ex poliziotto con un lungo curriculum di servizio presso la Squadra Mobile di Napoli e successivamente nei Servizi segreti, noto per aver collaborato a importanti operazioni contro la criminalità organizzata e il narcotraffico internazionale.

Il nome di Bossone compare nell’ultimo capo di imputazione, il sessantesimo, contenuto nell’ordinanza di ben 267 pagine firmata dal Gip. Secondo gli inquirenti, l’ex poliziotto avrebbe avuto un ruolo chiave nel meccanismo di assunzioni fittizie di lavoratori extracomunitari, sfruttando i decreti flussi e in particolare il click day del marzo 2023.

Sarebbe stato lui a proporre le aziende pronte a prestarsi per l’operazione, offrendo così copertura formale per 506 pratiche false presentate alle Prefetture, finalizzate all’ottenimento illecito dei visti di ingresso. Un giro d’affari che avrebbe fruttato circa 5.000 euro per ogni nulla osta ottenuto.

Il ruolo di Massimo Graziano e la regia camorristica

A gestire il sistema ci sarebbe stato Massimo Graziano, vecchio esponente del clan Graziano, storicamente radicato nella Valle del Lauro (Avellino), da anni trasferitosi nell’Agro nocerino-sarnese. Su di lui pende una condanna definitiva per associazione mafiosa risalente al 2015. È proprio il suo ruolo a legare questa vicenda alle dinamiche di camorra: la sua organizzazione avrebbe alimentato la cassa del clan sia attraverso prestiti usurari, sia attraverso le somme incassate per le false assunzioni di migranti.

Una rete di colletti bianchi e aziende compiacenti

Il sistema avrebbe potuto funzionare solo grazie a una rete di professionisti e imprenditori compiacenti. Tra questi compaiono un commercialista e due direttori di banca, accusati di aver fornito consulenze fasulle per attestare la solidità finanziaria delle aziende coinvolte.

Documenti fondamentali per accedere indebitamente ai finanziamenti agevolati coperti dal Fondo di Garanzia per le PMI, fondi che venivano poi usati per alimentare nuove operazioni di usura o per acquistare beni e servizi riconducibili al clan. Le rate dei prestiti non venivano saldate, provocando così un danno diretto allo Stato.

La rete delle false assunzioni e l’immigrazione irregolare

A completare il quadro criminale c’è il capitolo dedicato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nove aziende, tra cui alcune riconducibili direttamente ai Graziano, fungevano da schermo formale per l’assunzione fittizia di migranti. Una di queste, situata a Sarno, era addirittura intestata a un imprenditore vittima di usura da parte dello stesso Graziano, costretto quindi a prestarsi al sistema per saldare il proprio debito.

Le misure cautelari e i sequestri

L’operazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e coordinata dalla DDA guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha portato a 12 arresti in carcere, 12 ai domiciliari e 4 misure interdittive che vietano lo svolgimento di attività professionali. Sono 47 gli indagati complessivi, mentre è scattato un sequestro patrimoniale da oltre 1,4 milioni di euro.

I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere all’usura, passando per l’estorsione, la truffa aggravata ai danni dello Stato, la turbata libertà degli incanti, il riciclaggio, il reimpiego di proventi illeciti e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Un’inchiesta che svela ancora una volta come le mafie, in sinergia con colletti bianchi e professionisti infedeli, sappiano sfruttare ogni opportunità per arricchirsi, anche attraverso i meccanismi di sostegno alle imprese e le procedure di ingresso dei migranti, piegate a strumento di business criminale.

Arrestireati