SAN MARZANO SUL SARNO. Sono trascorsi otto anni, 130.000 euro rubati e l’unico indagato per i fatti è stato prosciolto nel pomeriggio di ieri. La rapina all’ufficio postale di San Marzano sul Sarno rimane un mistero. Era il 4 giugno del 2008, quando una banda, formata da quattro uomini, prese di mira l’ufficio postale di via Roma, distruggendo i vetri del plesso.
Come racconta il portale SalernoToday, una volta entrati, due tenevano sotto tiro i dipendenti dell’ufficio, facendosi poi consegnare i soldi. All’esterno della struttura, altre due persone attendevano i complici con il bottino. Il colpo riuscì. Un anno prima, si era consumata una rapina con le stesse modalità nello stesso posto. La Procura di Nocera Inferiore ha proseguito con le indagini, svolte materialmente dai carabinieri agli ordini del maggiore Massimo Cagnazzo.
L’identikit conduceva ad uomo di Pagani, di 50 anni. Le tracce di una sua impronta furono localizzate su uno dei vetri dell’ufficio postale. La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, ma il Gup Luigi Levita lo ha prosciolto ieri pomeriggio, al termine dell’udienza preliminare, perchè il fatto non è stato commesso dall’uomo.
Era sospettato di aver preso parte al commando di fuoco, ma a quanto pare gli elementi a suo carico non sono stati ritenuti sufficienti per giustificare l’inizio di un processo. Tra questi, una discrasia emersa sull’altezza di uno dei rapinatori paragonata a quella dell’indagato, attraverso il verbale di alcuni testimoni. Con il deposito delle motivazioni, si capirà il ragionamento fatto dal giudice.
Ma i punti oscuri nell’indagine restano diversi: come quello del ritrovamento della macchina utilizzata dai rapinatori, una Punto verde, all’interno di un garage. O di quell’informativa della Guardia di Finanza, nella quale vi era scritto che alcuni militari delle fiamme gialle erano intervenuti sul luogo della rapina per proporre uno scambio ai rapinatori: e cioè, tenere sotto tiro uno dei militari piuttosto che i dipendenti dell’ufficio postale. La stranezza è che in un’altra informativa, quella dei carabinieri, di quell’intervento della Finanza non vi è alcuna traccia.
Tre giorni dopo, si consumerà a Pagani la rapina nella quale perderà la vita il tenente dei carabinieri, Marco Pittoni. Qualcuno ragionò sull’ipotesi che il gruppo di rapinatori che agì a Pagani (trovati dopo pochi giorni e successivamente condannati) avrebbe potuto essere lo stesso della rapina di San Marzano. Una circostanza, tuttavia, mai emersa in alcun fascicolo, nè su di un singolo documento.
Ieri è invece arrivato il proscioglimento dell’unico indagato per quei fatti del 2008: che non fanno che avvolgere sempre di più quel colpo milionario dagli stessi dubbi di otto anni fa